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Covid, 7 e 8 gennaio tutto aperto ma l’allarme sale

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Cresce l’allarme per l’espansione del Covid in Europa ma in Italia il 7 e 8 gennaio riaprono negozi, ristoranti e centri commerciali, le scuole superiori riprendono l’11 mentre nulla si sa su quel che succederà dopo il fine-settimana. E anche sul piano vaccini rimangono molte zone d’incertezza.

“Ci sono delle misure di base che tutti conosciamo e che devono essere intensificate per ridurre la trasmissione, ridurre il peso sui servizi sanitari e salvare vite”, ha esortato il direttore dell’Oms per l’Europa, Hans Kluge chiedendo i Paesi europei di fare di più a fronte di “una situazione allarmante” aggravata dalla circolazione di una nuova variante di Covid-19 rilevata inizialmente nel Regno Unito.

Cerchiamo allora di capire a chi è rivolto l’appello lanciato giovedì mattina dalla direzione generale dell’Oms. Non al Regno Unito che ha deciso un locdown stretto fino a metà febbraio e intensificato al massimo la campagna di vaccinazione per contrastare l’avanzata della cosiddetta “variante inglese” Sars-Cov-2. Non alla Germania che, di fronte alla crescita dei contagi e dei morti, ha inasprito e prolungato le restrizioni severe fino al 31 gennaio.

In Italia l’ultimo bollettino del 6 gennaio indica un rapporto stabile tra positivi e test effettuati (11,38%), con oltre 23 mila contagiati e 548 morti. Un bollettino di guerra che registra differenze anche marcate tra le varie Regioni. Di fronte a questa situazione, il 7 e 8 gennaio riaprono negozi e centri commerciali, i ristornati e bar sono aperti fino alle 18 e poi solo per l’asporto o le consegne a domicilio e rimane imprecisato il prossimo futuro. Si sa, al momento che sabato e domenica tornano le restrizioni da zona arancione e sono confermati i divieti di spostamento tra una Regione e l’altra con le deroghe per i piccoli Comuni e per le visite (massimo due persone, una volta al giorno) anche per chi è in zona rossa, fino al 15 gennaio.

Districarsi tra giallo, arancione e rosso diventa sempre più complicato in un ginepraio di divieti e deroghe. In questo quadro, è verosimile un prolungamento al 31 luglio dello stato di emergenza che scade il 31 gennaio. Entro il 15 gennaio, invece, un nuovo Dpcm dovrà stabilire le regole per spostamenti e visite.

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