L’effetto Covid-19 sull’economia globale è stato devastante e i risultati del primo trimestre delle grandi multinazionali globali hanno palesato agli occhi del mondo quanto questo impatto possa essere profondo e radicale. A pagare il prezzo più alto della crisi sono soprattutto le compagnie aeree, a rischio fallimento e già alle prese con migliaia di licenziamenti, i colossi Oil & Energy, costretti ad affrontare il crollo del prezzo del petrolio, e le grandi aziende della moda, in balia del forte calo delle vendite nel loro principale mercato di sbocco, l’Asia.
C’è però anche un’altra faccia della medaglia, molto più sorridente e benevola, che racconta come la pandemia di coronavirus abbia giovato ad alcuni settori, WebSoft, Gdo e farmaceutica su tutti, spingendo ai massimi ricavi, margini e quotazioni. Lo certifica l’Area Studi Mediobanca che in un report ha analizzato l’impatto del coronavirus sui bilanci dei primi tre mesi del 2020 presentati da oltre 150 multinazionali con un fatturato annuo superiore ai 3 miliardi di dollari.
EFFETTO COVID-19: ECCO CHI GUADAGNA E QUANTO
L’impatto del coronavirus sull’economia reale e sui conti di imprese e multinazionali è stato enorme. Ma lo è stato sia in positivo che in negativo. L’Area studi di Mediobanca fornisce un’interessante “mappa di vincitori e vinti”, sottolineando come ai tracolli vissuti da alcuni settori corrisponda l’impennata di altri, facendo sostanzialmente finire la partita in parità. In termini di fatturato infatti, “esso appare in media invariato rispetto al primo trimestre del 2019”, sottolineano gli analisti.
Cominciando dai vincitori, a mostrare le percentuali di crescita più alte sono soprattutto le Web Soft (aziende legate a Internet e Software), che nel primo trimestre del 2020 hanno visto i loro fatturati salire del 17,4% grazie al forte aumento delle sottoscrizioni a servizi digitali, all’incremento delle ricerche sul web e dei servizi cloud. Al secondo posto in classifica i supermercati, che in virtù della forte richiesta di beni di prima necessità e di prodotti d’igiene, hanno registrato una crescita dei ricavi pari a +9,1%. Seguono le case farmaceutiche (+6,1%), i pagamenti digitali (ricavi +4,7%), l’Elettronica (+4,5%) e il Food (+3,4%)
Passando agli altri parametri, il risultato operativo medio flette del 18,9% sul primo trimestre nonostante la corsa della Gdo (+33,6%), delle case farmaceutiche (+18,1%), delle WebSoft (+17,6%) e dell’Elettronica (+10,9%). Il margine operativo netto medio delle multinazionali è pari al 14,3% (-2,4%. sul 1° trimestre 2019). “La redditività premia il settore dei Pagamenti Elettronici che fa registrare l’ebit margin più alto in assoluto (28,4%; -4,2 p.p.). Seguono le farmaceutiche (26,8%; +2,6 p.p.) e il comparto dell’Elettronica (22%; +1,1 p.p.)”, spiegano gli economisti di Mediobanca.
Per quanto riguarda gli utili è la Grande distribuzione a primeggiare, con profitti netti in salita del 34,8%. Aumenti a doppia cifra anche per le farmaceutiche (+20,5%), le WebSoft (+14,9%) e il settore dell’Elettronica (+10%).
EFFETTO COVID-19: CHI PERDE DI PIÙ
La crisi ha letteralmente travolto i produttori di aeromobili e i colossi dell’Oil & Energy che nei primi tre mesi dell’anno hanno visto i loro ricavi contrarsi rispettivamente del 22,1% e del 15,9%. Male anche la Moda (-14,1%), l’Automotive (-9,1%) e le Telco (-2,6%).
In termini di utili sono pesanti “le ripercussioni per le multinazionali produttrici di aeromobili e i colossi Oil&Energy (che passano da un utile a una perdita netta), oltre ai forti decrementi registrati dall’Automotive (-92,4%) e dalla Moda (-92%)” si legge nel report.
Calo vertiginoso anche per l’ebit, con “i produttori di aeromobili (il cui ebit passa in terreno negativo), i settori Oil & Energy (-87,8%), Moda (-81,5%) e Automotive (-75,8%) che hanno subìto il più duro contraccolpo”. Meno netta, ma comunque importante la contrazione dell’ebit del settore Drinks (-10,1%), dei Pagamenti Elettronici (-8,9%), Media & Entertainment (-7,7%), Telco (-5,9%) e Food (-3,4%).
EFFETTO COVID-19: SIAMO ANCORA ALL’INIZIO
Siamo ancora alle prese con le prime ripercussioni economiche della crisi sanitaria che ha sconvolto il mondo. Eppure le percentuali sono già da record. Se c’è una cosa su cui tutti gli analisti concordato è che quella che stiamo cominciando ad affrontare è la recessione più forte dai tempi della seconda guerra mondiale e che i suoi effetti si vedranno soprattutto sul secondo trimestre del 2020, mese in cui Usa e ed Europa hanno introdotto i loro lockdown guardando a quanto fatto in precedenza dalla Cina, dove, sottolinea Mediobanca, “già da fine marzo del 2020, si intravedono alcuni segnali di ripresa”.
E a proposito di ripresa. In Europa e negli Usa, secondo le previsioni dell’Area Studi Mediobanca, occorrerà aspettare il secondo semestre e in particolare il quarto trimestre 2020. “L’impatto del Covid-19 sui numeri di tutto il 2020 rimane per diversi motivi ancora difficile da prevedere: su tutti, la grande incertezza generata da una crisi la cui scala, durata ed estensione geografica sono in continua evoluzione”, spiega il report. Non a caso, numerose aziende (tra cui molte quotate italiane) hanno deciso di ritirare la guidance per l’anno in corso.
A livello generale, gli economisti di Piazzetta Cuccia, sembrano escludere una ripresa a “V” (crollo seguito da un’impennata), propendendo propendono per un’andamento “U” dell’economia. Al crollo seguirà dunque una fase di “bassa” prima di vedere di nuovo una crescita.