È stata superata la più spaventosa delle soglie psicologiche. Ad oggi, il Covid-19 ha ucciso nel mondo oltre un milione di persone. Il conteggio, che parte dalle prime vittime registrate in Cina a dicembre del 2019, è riportato dall’agenzia France Press, che cita fonti ufficiali. Ma attenzione: la stima è sicuramente al ribasso, vista la difficoltà di identificare con esattezza tutte le morti causate dal coronavirus.
Per fortuna, però, il numero delle vittime è di gran lunga inferiore a quello delle persone guarite, il cui totale si aggira intorno a 22 milioni, su 33 milioni di contagi a livello globale.
Nel dettaglio, circa un terzo dei decessi (307 mila) è stato registrato in Nord America. Il secondo continente più colpito è il Sud America (oltre 247 mila morti), dove il Brasile è il Paese più in difficoltà, con oltre mille vittime al giorno. In Europa, invece, le persone decedute si attestano per ora a 220 mila, ma la seconda ondata è appena iniziata e la Spagna è il Paese più colpito.
Per quanto riguarda l’Asia, i decessi sfiorano quota 190 mila. A sorpresa, il Paese a registrare il bilancio più drammatico non è la Cina, ma l’India: secondo gli ultimi numeri del ministero della Salute, sono più di 88 mila i nuovi casi confermati nelle ultime 24 ore e 1.124 i morti.
La situazione sembra invece meno difficile in Africa (35 mila decessi) e in Oceania (910).
Fin qui, più della metà dei morti nel mondo si concentra in cinque Paesi: Usa (205 mila morti), Brasile (142 mila), India (quasi 95 mila) e Messico (76 mila).
“Un milione è un numero terribile” ha detto Michael Ryan, direttore esecutivo del programma emergenze dell’Organizzazione mondiale della Sanità, aggiungendo però che probabilmente il conto delle vittime è destinato a raddoppiare. La curva dei contagi, infatti, comincia a risalire non solo in Europa, ma anche in Medio Oriente e soprattutto Asia. E questo mentre le restrizioni sanitarie adottate dai governi si scontrano con l’insofferenza sempre più accentuata della popolazione.
Non possiamo “salvare le persone semplicemente pregando o lavorando su vaccini” che non arriveranno ancora per molto tempo, ha avvertito Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms.