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Costruzioni, Ance: investimenti 2012 -7,6%, a minimi da 40 anni

Gli investimenti nelle costruzioni sono crollati del 7,6% nel 2012, ai minimi da 40 anni. La flessione è peggiore di quella attesa dagli analisti (-6%) e si somma al -5,3% registrato nel 2011.Quanto al 2013, le previsioni sono di un’ulteriore flessione (-3,8%). A lanciare l’allarme è l’Associazione nazionale costruttori edili (Ance), che ha presentato oggi i dati dell’Osservatorio congiunturale. 

“L’entità della caduta degli investimenti – avverte l’Ance – è simile a quella registrata nel 2009, ossia all’inizio della crisi”. Dunque, a giudizio dei costruttori, “ci troviamo di fronte a una ‘ricaduta del malato’ che dimostra come le politiche adottate finora non abbiano sortito effetti positivi”.

Stando ai calcoli dell’Associazione, da inizio crisi sono andati perduti circa 550 mila posti di lavoro nel settore delle costruzioni e nei comparti collegati. “E’ un dramma che si consuma nel silenzio – sottolinea l’Ance -, paragonabile a 72 Ilva Taranto, 450 Alcoa o 277 Termini Imerese”.

In forte accelerazione anche il ricorso alla cassa integrazione guadagni da parte delle aziende di costruzioni. Il numero di ore autorizzate è aumentato del 93% nel 2009, del 33% nel 2010 e del 4,7% nel 2011. Nei primi dieci mesi del 2012 si è registrata un’ulteriore crescita del 28,3% sui livelli già elevati dello stesso periodo del 2011. “Se questa tendenza venisse confermata per l’intero 2012, il numero di ore autorizzate nell’anno risulterebbe pari a 140 milioni, ossia tre volte e mezzo il risultato del 2008 (40 milioni)”.

Un altro problema affrontato dall’Ance è quello dei ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica amministrazione, che secondo l’associazione valgono 19 miliardi di euro. Una somma peraltro in costante crescita. 

Anche i tempi di attesa aumentano: in media le imprese che realizzano lavori pubblici sono pagate dopo otto mesi e le punte di ritardo superano ampiamente i due anni. “Il patto di stabilità interna, che limita fortemente la capacità di investimento degli enti locali, continua a rappresentare la principale causa di ritardo nei pagamenti della Pa”, conclude l’Ance.

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