Nicola Cosentino stanotte dormirà tranquillo e beato nel suo letto. Per lui niente carcere di Poggioreale: la Camera ha respinto la richiesta di arresto nei confronti del deputato del Pdl accusato dai magistrati di essere il referente politico del clan dei Casalesi. L’assemblea di Montecitorio si è espressa con 309 voti contrari e 298 favorevoli.
La votazione è avvenuta a scrutinio segreto, su richiesta del gruppo di Popolo e Territorio. Determinante per l’esito del voto è stato il cambio di rotta della Lega, che martedì nella giunta per le autorizzazioni a procedere si era invece schierata in modo compatto per le manette.
Il clamoroso voltafaccia è arrivato su precisa indicazione del segretario, Umberto Bossi, che in zona Cesarini ha deciso di lasciare libertà di coscienza ai suoi deputati. Si riapre così lo scontro tra il Senatùr e il numero due del partito, Roberto Maroni, che due giorni sembrava esser riuscito ad imporre la propria posizione a favore dell’arresto: “Nessun fumus persecutionis”, aveva detto Bobo.
Se l’episodio riapre una ferita mai del tutto sanata all’interno del Carroccio, evita invece che si consumi lo strappo definitivo fra le camicie verdi e il Pdl. Pur divisi in Parlamento, Bossi e Berlusconi rimangono amici.