L’oro è stato una delle grandi storie di successo nel mondo dell’investimento in questi ultimi anni e la recente mossa della Federal Reserve, che garantisce tassi bassi almeno fino al 2014, ne ha innalzato l’attrattiva, dati i timori (infondati) che questa politica monetaria espansionistica possa ingenerare inflazione.
Il problema con l’oro è che, come bene di investimento e riserva di valore, può contare unicamente su guadagni di capitale, il che costituisce una base fragile, date le bolle che possono svilupparsi (e che in effetti sono andate lievitando). Ma c’è un altro aspetto di questa ‘corsa all’oro’, e non è bello. La sua rapida impennata ha stimolato l’estrazione e la ricerca di nuove vene aurifere. Le Nazioni Unite stimano che i’minatori’ dell’oro siano da 15 a 20 milioni in circa 70 paesi del mondo. Mentre la maggioranza delle operazioni minerarie viene condotta da grandi imprese, con garanzie di sicurezza e controlli, oggigiorno circa il 20% dell’oro estratto viene da piccole imprese artigianali, che impiegano lavoro minorile, in condizioni insalubri che in alcuni casi configurano quasi una schiavitù. Sempre le Nazioni Unite stimano che decine di migliaia di minori vengano impiegate in lavori pesanti e pericolosi in minere d’oro artigianali.
http://www.marketwatch.com/story/high-price-of-gold-is-child-slave-labor-2012-01-