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Corte dei Conti: allarme corruzione, prevenire è la chiave

Squitieri all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2014: “La prevenzione deve svilupparsi attraverso il monitoraggio costante dell’attività sia delle pubbliche gestioni che del mercato in generale, impiegando strumenti tali da garantire la massima trasparenza nell’attività della pubblica amministrazione”.

Corte dei Conti: allarme corruzione, prevenire è la chiave

La Corte dei Conti “è fortemente sensibile all’allarme sulla corruzione sollevato anche in sede europea e ritiene che anche grazie a norme organiche, chiare e semplici si possa ostacolare il fenomeno, eliminando margini d’incertezza e ambiguità”. Lo ha detto il presidente della magistratura contabile, Raffaele Squitieri, intervenuto oggi durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2014.

“Va sottolineata peraltro l’importanza di una strategia di prevenzione che renda residuale, anche se necessario, il momento sanzionatorio dei comportamenti illeciti – ha aggiunto –. La prevenzione deve svilupparsi attraverso il monitoraggio costante dell’attività sia delle pubbliche gestioni che del mercato in generale, impiegando strumenti tali da garantire la massima trasparenza nell’attività della pubblica amministrazione”.

Sul tema della corruzione le “varie e concrete proposte” della Corte dei Conti sono “spesso rimaste inascoltate”, ha aggiunto il procuratore generale della Corte, Salvatore Nottola, segnalando che, con le “necessarie risorse e una normativa che permetta maggiore efficacia e incisività la Corte può rivestire un ruolo fondamentale nel contrasto alla corruzione”. Nottola chiede anche lo stop ai condoni, che indeboliscono gli effetti risarcitori e dissuasivi dell’azione della magistratura contabile e delle procure, “vanificando un’attività spesso gravosa e costosa”.

NO A NUOVE MANOVRE

“Va scongiurata l’eventualità di nuovi interventi di correzione del disavanzo riproduttivi di un circolo vizioso che rallenta la ripresa – ha continuato Squitieri -. Gli obiettivi di medio termine definiti a livello europeo costituiscono ancora un vincolo severo per la gestione del bilancio e del debito pubblico, anche nella prospettiva di un ciclo economico che auspichiamo torni favorevole”. Per il numero uno della magistratura contabile, il 2014 sarà un anno di “sfide molto impegnative, che impongono radicali cambi di rotta nei comportamenti e negli strumenti finora impiegati. Il Paese dovrà dimostrare capacità nuove: saper riformare le proprie istituzioni e le regole, orientare il contributo di tutti al risanamento complessivo”.

IL 2014 E’ UN ANNO DI SFIDE

In generale, secondo Squitieri, il 2014 si è aperto “in un contesto economico ancora difficile, anche se non sono mancati, sul finire del 2013, i primi segnali di ripresa. I cenni di allentamento delle tensioni finanziarie non escludono che molto resta da fare per il rilancio dell’economia. La politica di bilancio in Italia si muove con perduranti difficoltà tra le esigenze, apparentemente contrastanti, della crescita economica e del riequilibrio della finanza pubblica. Una ripresa economia che tarda a recepire i positivi impulsi esterni che induce a rivedere sempre al ribasso le stime sulla crescita attesa del Pil. E ciò si riflette in un peggioramento del bilancio pubblico che restringe gli spazi di manovra per le politiche di sostegno allo sviluppo”.

CREDITO BANCARIO, SPENDING REVIEW ED EVASIONE FISCALE

Il credito bancario “continua a ristagnare – ha continuato il presidente della Corte dei Conti – e imbriglia la forza della ripresa, che anche per questa ragione rimane assai più lenta che negli altri paesi europei, di per sé già molto in ritardo rispetto alle altre aree mondiali”; anche la revisione e la razionalizzazione della spesa pubblica “rappresentano uno snodo fondamentale dell’azione del governo”, dal momento che “sussistono ampi margini per il riassorbimento di inefficienze e di distorsioni gestionali. Proseguire nella direzione di soli tagli di spesa non selettivi, quali quelli lineari, si rivela non più sufficiente, ed espone anche a rischio di risultati molto inferiori alle attese. E’ opportuno, in particolare, vigilare affinché, anche nell’istituire nuovi organismi e autorità indipendenti, non si determinino assetti retributivi privilegiati”.

Quanto all’evasione, “è necessario proseguire nell’azione di recupero della base imponibile sottratta all’obbligo tributario, condizione questa essenziale per ridurre il livello della pressione fiscale”, ha concluso Squitieri.

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