Senza un attimo di respiro. Neanche il tempo di archiviare le emozioni del turno infrasettimanale, che Juventus e Milan sono già in campo per preparare le prossime partite. Da qui al 13 maggio entrambe affronteranno sei finali, ecco perché il tempo per rifiatare non c’è assolutamente. Ancora una volta ad aprire le danze saranno i rossoneri, che sabato alle 18 riceveranno il Genoa a San Siro, mentre la Juve sarà di scena domenica pomeriggio (ore 15) al Manuzzi di Cesena. Sulla carta sembrerebbe un turno agevole per entrambe, ma il sabato pasquale ci ha ricordato ancora una volta come il calcio possa essere imprevedibile. Dunque massima attenzione da ambo le parti, perché nelle volate a fare la differenza sono i dettagli. Vincerà chi saprà curarli al meglio.
QUI JUVE
Giovedì di grande euforia a Vinovo, d’altronde non potrebbe essere diversamente. Nonostante l’allenamento della Juve fosse a porte chiuse, duecento tifosi si sono recati lo stesso fuori dal centro sportivo bianconero, nel tentativo di infondere ulteriore calore alla capolista. Un gruppetto di loro, proveniente da molto lontano, ha esposto uno striscione piuttosto significativo: “700 chilometri, 700 motivi per restare con voi”. Evidente il riferimento ad Alessandro Del Piero, che mercoledì sera ha festeggiato le 700 presenze in maglia bianconera. Il primo ad arrivare a Vinovo è stato Gigi Buffon, che ha preceduto Storari, Pepe, Chiellini e De Ceglie. L’applausometro è però andato in tilt alle 10.35, quando allo “Juventus Center” è apparso Alessandro Del Piero. Il capitano ha poi preso parte alla seduta d’allenamento, lavorando assieme a coloro che non sono stati impiegati contro la Lazio. I titolari invece hanno svolto il solito defaticante, a parte Bonucci, che si è sottoposto ad un intervento chirurgico (riduzione della frattura al setto nasale, “gentile regalo” da parte di Kozak). Alle 12.45 la sorpresa della giornata, con l’arrivo a Vinovo del ct azzurro Cesare Prandelli, accompagnato dal vicepresidente Figc Demetrio Albertini. Il commissario tecnico ha ricevuto molti applausi e un coro piuttosto significativo: “Porta Del Piero in nazionale!”. Pochi minuti dopo, allo Juventus Center sono arrivati il presidente Andrea Agnelli, gli amministratori delegati Giuseppe Marotta e Aldo Mazzia e il direttore sportivo Fabio Paratici. Mentre l’auto del numero uno bianconero varcava il cancello di Vinovo, è partito l’ennesimo coro della mattinata per Del Piero. Il popolo juventino si è schierato compatto col suo capitano, nel tentativo (disperato?) di convincere Agnelli a rinnovargli il contratto. La società per il momento tace, ma è chiaro che le ultime prestazioni di Del Piero stanno creando un certo imbarazzo. Il Capitano non crea problemi, accetta le panchine, è amatissimo dai tifosi e, soprattutto, è ancora in grado di fare la differenza. Il dubbio effettivamente resta: perché mai privarsi di uno così?
QUI MILAN
Molto diverso invece il clima di Milanello, raffreddato dalla punizione di Del Piero. La vittoria della Juve infatti ha cancellato i sogni di contro-sorpasso, almeno per questa giornata. I rossoneri ci riproveranno sabato, quando dovranno a tutti i costi battere il Genoa per continuare i sogni di rimonta. Per il rush finale Allegri spera di recuperare qualche giocatore e in questo senso l’allenamento di ieri gli ha dato qualche soddisfazione. Antonini, Mesbah, Aquilani e Van Bommel hanno lavorato regolarmente con il gruppo, dunque possono considerarsi abili e arruolati per la partita di sabato. Considerando la situazione generale queste sono buone notizie, ma l’emergenza è tutt’altro che finita. All’appello mancano ancora diversi giocatori, su tutti Abbiati (che oggi riproverà), Ambrosini, Abate e Boateng. E’ soprattutto quest’ultimo a preoccupare Allegri: il “Boa” soffre di pubalgia, un dolore subdolo che non permette di quantificare i tempi di recupero. Basti pensare che il giocatore sembrava recuperato già per la trasferta di Verona, poi il fastidio è tornato a farsi sentire e lo staff medico ha preferito non rischiare. Dopo gli ultimi azzardi (su tutti Thiago Silva e Pato), il Milan ha scelto la strada della prudenza, e al momento è difficile ipotizzare una data per il rientro, tanto che in molti considerano già chiusa la sua stagione, peraltro molto travagliata. Il trequartista preferito di Allegri ha giocato solo 22 partite tra campionato, Champions League, Coppa Italia e Supercoppa, quasi la metà di quelle totali (43, senza contare le 4 saltate per squalifica). Il rendimento è stato buono, con alcuni picchi notevoli, ma la sua assenza prolungata ha pesato sul giudizio globale. Il Milan deve fare a meno di lui nel momento chiave della stagione, così come di tanti altri giocatori, il che condiziona inevitabilmente la corsa al titolo. La società lo sa bene, e quest’estate farà tutte le valutazioni del caso sulla gestione del gruppo. Prima però c’è una volata da percorrere per provare a prendere uno scudetto che sembra sempre più lontano.