L’Atalanta inciampa ancora, la Juve ne approfitta. Gli anticipi del martedì si concludono con una clamorosa sorpresa, ovvero il pareggio della Dea sul campo del Genoa: uno 0-0 che spalanca le porte ai bianconeri, che grazie al 2-0 sul Cagliari si portano a meno 4 in classifica, ma anche a Roma, Fiorentina e, forse, Lazio, in grado di accorciare nelle gare odierne e rendere la corsa Champions più avvincente che mai.
In attesa di vedere cosa succederà si può dire che il grande vincitore è Allegri, capace di guadagnare 5 punti in due giornate a Gasperini, passato invece dal sogno scudetto al rischio di perdere pure il quarto posto. Il tecnico livornese ci è riuscito con il solito cinismo, prima espugnando Bologna “di cortomuso”, poi regolando i sardi di Mazzarri con una rete per tempo (Kean di testa al 40’, Bernardeschi di destro all’83’), il tutto con la porta blindata.
Intendiamoci, non tutti i problemi sono stati risolti, anzi il Cagliari ha avuto due palle gol clamorose sul risultato di 1-0, una con Dalbert (sciagurato nel calciare fuori da ottima posizione), l’altra con Joao Pedro (colpo di testa parato alla grande da Szczesny), ma la Signora può andare in vacanza rinfrancata nel morale e nello spirito, guardando con fiducia a un 2022 che inizierà con tre sfide da urlo come Napoli, Roma e Inter in Supercoppa.
“Sarei contento di arrivare a fine febbraio con questo distacco per lottare per i primi quattro posti – il commento di Allegri -. Una volta eliminati gli scontri diretti per quel periodo, sarà più semplice, è difficile vincerli tutti, soprattutto quest’anno, ecco perché gennaio e febbraio saranno due mesi molto importanti”. La tabella dipende anche dalle avversarie, Atalanta su tutte, ma le prospettive, alla luce di quanto accaduto negli ultimi giorni, sono sicuramente diverse.
I nerazzurri hanno mostrato di avere più di un limite, fallendo la seconda gara consecutiva nel giro di 72 ore. Il pari di Marassi, infatti, è una mezza sconfitta, perché il Genoa di Shevchenko non si presentava certo come un avversario irresistibile, eppure è stato capace di fermare ogni velleità offensiva della Dea con un’ottima organizzazione difensiva, aiutata anche dalla scarsa lucidità degli avversari. La sensazione è che i bergamaschi, una volta fiutato il sogno scudetto, abbiano finito per perdere la scioltezza mentale con cui sono soliti scendere in campo, finendo così per rivelarsi “una squadra normale” e non la schiacciasassi scanzonata che tutti hanno imparato a conoscere.
“Abbiamo fatto la nostra partita, avuto delle buone opportunità, però se non riesci a sbloccare la gara diventa più difficile – l’analisi di Gasperini -. Abbiamo avuto un possesso palla altissimo, ma non c’era possibilità di giocare un calcio decente su questo campo disconnesso, noi non siamo abituati. I nostri obiettivi per il 2022? Non ne ho, se non quello di vedere la squadra che gioca con questo spirito e questa compattezza facendo scudo per proteggerla, perché non abbiamo una grande forza mediatica per difenderla quando qualcosa non va bene”. La lotta alla Champions riparte questa sera con Roma, Fiorentina e Lazio, impegnate rispettivamente contro Sampdoria (ore 18.30), Verona (stesso orario) e Venezia (16.30).
Vincere, alla luce di quanto accaduto ieri, diventa pressoché obbligatorio, ma questo non significa che sia scontato, anzi: gli impegni sono di tutto rispetto e ottenere i 3 punti non sarà affatto scontato. Gli occhi sono puntati in particolare sui giallorossi, a caccia di continuità dopo il poker di Bergamo. All’Olimpico arriva la Samp di D’Aversa e Mourinho vuole approfittarne per dare un’ulteriore scossa alla sua classifica, in attesa che il mercato di gennaio gli porti in dote qualche rinforzo. Questa sera, eccezion fatta per i soliti Pellegrini, Spinazzola ed El Shaarawy, avrà a disposizione quasi tutta la rosa e potrà schierare un 3-5-2 con Rui Patricio in porta, Mancini, Smalling e Ibanez in difesa, Karsdorp, Mkhitaryan, Cristante, Veretout e Vina a centrocampo, Zaniolo e Abraham in attacco. I blucerchiati, privi del portiere titolare Audero (problema muscolare), risponderanno con un 4-2-3-1 con Falcone tra i pali, Bereszynski, Yoshida, Colley e Augello nel reparto arretrato, Silva e Ekdal in mediana, Candreva, Gabbiadini e Thorsby alle spalle dell’unica punta Quagliarella. Trasferte insidiose invece per Lazio e Fiorentina, impegnate a 165 chilometri (e due ore) di distanza tra Venezia e Verona.
I biancocelesti, in particolare, devono fare a meno di Immobile, risultato positivo al Covid e dunque indisponibile: assenza che, evidentemente, crea diverse preoccupazioni a Sarri, sempre agitato quando deve rinunciare al suo bomber per eccellenza. Inoltre il tecnico ha sempre detto che la sua squadra fatica negli impegni ravvicinati, anche se è giusto sottolineare come abbia avuto due giorni di riposo in più rispetto agli avversari. Vincere è obbligatorio e per farlo si affiderà a un 4-3-3 con Strakosha in porta, Marusic, Luiz Felipe, Acerbi e Radu in difesa, Milinkovic-Savic, Cataldi e Luis Alberto a centrocampo, Pedro, Felipe Anderson e Zaccagni in attacco. Stesso sistema di gioco anche per Zanetti, che risponderà con Romero tra i pali, Ebuehi, Caldara, Ceccaroni e Haps nel reparto arretrato, Crnigoj, Vacca e Kiyine in mediana, Aramu, Henry e Johnsen nel tridente offensivo.