Lo zar di tutte le Russie, Vladimir Putin, non ha esitato a reclutare la figlia, un po’ come avviene nei romanzi d’appendice. L’ancor più potente Xi Jing Ping ha schierato gli scienziati con le stellette, nonché i soldati semplici dell’Esercito Popolare usati come cavie a buon mercato. Donald Trump si affida al dio dollaro, promettendo l’acquisto di dosi per cento miliardi del vaccino che il francese Stéphane Bancel, lo scienziato imprenditore che guida Moderna, promette di sfornare nel laboratorio di Cambridge (quella in Massachussetts) per sbaragliare sul filo di lana i concorrenti. Altro che Guerre Stellari o, come ha scritto l’Economist, il remake della corsa alla conquista dello spazio negli anni della Guerra Fredda. La corsa al vaccino è molto di più, viste le ricadute economiche immediate e l’impatto psicologico e politico che può avere su ogni genere di attività. Si spiegano così le grandi manovre, in Borsa e fuori, che stanno segnando l’estate del vaccino.
L’ELISIR DELLA FIGLIA DI PUTIN
Il salto di qualità ha coinciso con l’annuncio di “Sputnik 5”, il vaccino messo a punto dagli scienziati di Mosca. La notizia non ha avuto un grande effetto tra gli addetti ai lavori, perché il vaccino ha alle spalle solo due mesi di test sull’uomo. In sostanza, per motivi di prestigio politico e per rispondere all’inquietante ascesa dei contagi, lo zar Vladimir ha voluto giocare d’anticipo.
LA MURAGLIA UMANA DI PECHINO
Immediata la replica di Xi Jin Ping. Ieri allo Star, la replica cinese al Nasdaq dove sono trattati i titoli hitech dell’Impero Rosso, la matricola CanSino ha esordito con un rialzo del 120% dopo aver triplicato il valore da inizio anno ad Hong Kong. CanSino, controllata dall’Esercito che fornisce scienziati e ricercatori (una formula già alla base dello sviluppo di Huawei), ha messo a punto il vaccino grazie alle cavie umane con le stellette. Ma, ahimè, i malati ormai scarseggiano. E così CanSino, che non è l’unica società cinese impegnata nella corsa) è stata costretta a trasferire le ricerche in Arabia Saudita.
L’EUROPA PUNTA SUL VACCINO CHEAP
Per queste ragioni la corsa cinese al vaccino, obiettivo inseguito senza badare a spese, è in salita rispetto ai concorrenti che dispongono in casa della “materia prima” per la ricerca tra cui la britannica Astra Zeneca, associata alla Irbm di Pomezia ed all’ospedale Spallanzani di Roma. La società britannica si è impegnata a mettere in vendita il futuro vaccino a un prezzo contenuto (4-5 euro). Italia, Francia, Germania e Olanda hanno siglato un’alleanza per i vaccini che dovrebbe consentire di avere le prime dosi già entro la fine del 2020, sempre che il vaccino sperimentale superi tutte le prove. Lo ha evidenziato il ministro della Salute, Roberto Speranza, nell’informativa al Senato sul contenuto dei provvedimenti di attuazione delle misure di contenimento sulla diffusione di Covid-19, affermando che “i risultati su Lancet delle fasi I e II sono stati incoraggianti e la fase III è in corso. Il nostro auspicio è che nel più breve tempo possibile arrivino notizie incoraggianti quanto quelle diffuse dalla rivista Lancet”.
MODERNA IN ORBITA: +270% DA GENNAIO
Anche gli Usa sono ovviamente scesi in campo: gli Stati Uniti hanno siglato un accordo con Moderna, società statunitense di biotecnologie quotata al Nasdaq, in rialzo anche oggi del 10% nel pre-Borsa. La società da inizio anno ha totalizzato una performance del 270%. L’annuncio del presidente Donald Trump indica come termini dell’accordo l’acquisto di 100 milioni di dosi di vaccino sperimentale contro il Covid-19. La transazione, che ha un valore di 1,5 miliardi di dollari, prevede per il Paese a stelle e strisce un’opzione di acquisto di altri 400 milioni di dosi. Ma, anticipa un portavoce di Moderna, il vaccino a stelle e strisce andrà in commercio a 50/60 dollari.