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Corruzione: Renzi annuncia pene più dure

Nella prossima riunione del Consiglio dei ministri il Governo esaminerà un nuovo pacchetto di norme per inasprire le pene contro la corruzione. Lo ha annunciato ieri sera il premier Matteo Renzi, spiegando che in questo modo l’Esecutivo reagisce all’inchiesta sulla “Mafia Capitale”, che sta sconvolgendo il mondo della politica romana. 

“Sento dire: c’è un’indagine, che schifo sono tutti uguali – dice il Presidente del Consiglio in un videomessaggio pubblicato sul canale Youtube del Governo -. No, no: non sono tutti uguali, c’è chi ruba e chi è serio. E siccome le persone serie si devono far riconoscere, annuncio che l’Italia del nostro governo è l’Italia che non fa sconti a nessuno e non guarda in faccia nessuno”.

Nel dettaglio, sono quattro le misure annunciate dal presidente del Consiglio, a cominciare dall’aumento della pena minima per il reato di corruzione, che salirà da quattro a sei anni, “il che significa che se tu hai rubato puoi patteggiare – continua il Premier -, ma un po’ di carcere lo fai. Non è pensabile che attraverso il patteggiamento uno se ne stia fuori dalla galera”.

Inoltre, Renzi assicura che con le nuove norme “sarà molto più semplice procedere alla confisca dei beni di chi ha rubato ed è stato condannato per corruzione con sentenza passata in giudicato”. 

Terzo punto: “Il maltolto lo devi restituire – continua il capo del Governo -, non è che dai una parte. Se è provata la corruzione tu restituisci fino all’ultimo centesimo”. 

Infine, “la prescrizione: si allunga il periodo necessario per andare in prescrizione per i reati legati alla corruzione. Piccole cose mi rendo conto, ma molto serie, significative”.

Un pacchetto di misure, conclude Renzi, per dimostrare che “in Italia il vento è cambiato e che chi ruba, chi corrompe sarà perseguito fino all’ultimo giorno, fino all’ultimo centesimo. Faremo capire che non basta essere indignati per qualche ora”.

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