Importante progresso sul disegno di legge anticorruzione.
Dopo un’efficace consultazione con le forze politiche, il guardasigilli Severino ha depositato oggi pomeriggio l’emendamento al ddl, che ora potrà entrare nella fase viva della discussione parlamentare.
L’articolazione del testo prevede, nei casi di corruzione per l’esercizio della funzione, la reclusione da uno a cinque anni: “”Il pubblico ufficiale che, in relazione all’esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri riceve per se’ o per un terzo denaro o altra utilita’ o ne accetta la promessa e’ punito con la reclusione da uno a cinque anni”.
Il nuovo articolo 318, nella riformulazione adottata, consente “di ricostruire con maggior precisione i confini fra le diverse forme di corruzione: da una parte la corruzione propria che rimane ancorata alla prospettiva del compiacimento di un atto contrario ai doveri d’ufficio, dall’altra l’accettazione o la promessa di utilità indebita da parte del pubblico ufficiale o dell’incaricato di pubblico servizio, che prescinde dall’adozione o dalla omissione di atti inerenti al proprio ufficio”.
Nella veste attuale, l’articolo 318 prevede dai sei mesi ai tre anni di reclusione per i reati di corruzione.