Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dovuto arrendersi all’evidenza: il coronavirus minaccia anche gli Usa, dove i contagiati aumentano di giorno in giorno. Così, dopo che l’Oms ha ufficialmente dichiarato lo stato di pandemia, Trump (che tuttavia continua a rifiutare di sottoporsi al tampone, in via precauzionale) ha preso il primo drastico provvedimento: ha annunciato la sospensione di tutti i viaggi dall’Europa agli Stati Uniti per i prossimi 30 giorni, nel tentativo di frenare la diffusione del temuto virus, che intanto ha colpito il mondo sportivo (primo caso in Nba e torneo immediatamente sospeso) e causato l’annullamento di un evento storico come la St. Patrick’s Day Parade di New York, in programma il 17 marzo e cancellata per la prima volta in oltre 250 anni.
“Abbiamo fatto una mossa salvavita con la Cina, ora dobbiamo intraprendere la stessa azione con l’Europa, che è stata lenta a reagire”, ha detto il tycoon. Paradossale, considerato che proprio lui era stato tra i primi a minimizzare, fino a pochissimi giorni fa, la serietà della situazione. Il provvedimento, ha precisato Trump, non riguarda il Regno Unito (che in effetti non è più Europa politicamente, ma geograficamente sì) e i cargo commerciali. L’inquilino della Casa Bianca ha anche promesso un’azione di emergenza per fornire aiuto finanziario ai lavoratori che sono ammalati, in quarantena o che si stanno prendendo cura di altri contagiati. Le dichiarazioni di Trump non hanno affatto tranquillizzato i mercati, comunque: gli indici hanno perso il 20% dai massimi delle ultime settimane, solo ieri Dow Jones -5,86%, S&P 500 -4,89%. Nasdaq -4,7%.
EUROPA
Anche in Europa la tensione sale. Prima ancora che Trump decidesse di sospendere i collegamenti aerei con l’Europa, lo stesso avevano fatto Spagna, Francia e Portogallo nei confronti dell’Italia, mentre Austria e Slovenia hanno chiuso le frontiere terrestri (al Brennero ci sono tir in coda per 50 km, con rischio di tensioni). Diverse anche le singole compagnie che hanno annullato i voli per l’Italia e non solo: British Airways, EasyJet, Wizzair Ryanair (a partire da domani, venerdì 13 marzo, e fino al 9 aprile), Swissair, Iberia, e Lufthansa (e le sue controllate, come Brussels Airlines) che ha cancellato ben 23.000 voli da qui al 24 aprile. La stessa Alitalia, dal 9 marzo, ha annullato una sessantina di voli al giorno a Linate e Malpensa. Stop ai voli civili anche da Ciampino, a partire da venerdì 13.
Per quanto riguarda le strategie da adottare a livello europeo e dei singoli Paesi, la situazione continua ad essere confusa. Ieri la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha fatto girare un videomessaggio in cui sostiene – parlando in italiano – l’Italia e annunciando un piano europeo da 25 miliardi. In Germania la cancelliera Angela Merkel ha parlato di possibile contagio per il 60-70% dei tedeschi (vale a dire una cinquantina di milioni di persone…). In Spagna e nel Regno Unito si respira ancora una calma apparente, sebbene nel Paese iberico i contagiati sono più che raddoppiati nelle ultime 48 ore: il governo Sanchez ha preso poche misure, ancora parziali e limitate ad alcune regioni, unite a un generico appello alla “responsabilità individuale”.
È stata decisa la chiusura delle scuole ma solo a Madrid (lì c’è la metà delle persone risultate positive), Vitoria e La Rioja. Vietate le attività o manifestazioni che riuniscano più di mille persone e sospesi i campionati minori di calcio (ma proseguono le prime due divisioni della Liga, seppure a porte chiuse per le prossime due settimane). A preoccupare ancora di più è la situazione in Francia, ormai il secondo Paese europeo con più casi di coronavirus dopo l’Italia. Giovedì sera alle 20:00 il presidente Emmanuel Macron parlerà in diretta tv, per annunciare quella che i francesi chiamano “fase 3” dell’emergenza: delle prime due fasi a dire il vero c’è poca traccia, visto che le scuole sono state chiuse solo nei focolai e che si continua a lavorare. Ciò che trapela è che le misure non saranno come quelle in Italia, e che scatteranno solo dalla prossima settimana.
CINA
Vede invece la fine dell’incubo la Cina: dopo aver raggiunto quota 80.793 contagi e 3.169 morti, Pechino ha ufficialmente comunicato che considera superato il picco di trasmissione dei contagi. Lo ha detto un responsabile delle autorità sanitarie all’agenzia ufficiale Xinhua. Il numero dei contagi infatti continua visibilmente a calare, persino a Wuhan, dove mercoledì è stato registrato il record positivo con solo 8 contagi. Contando tutto il Paese, i casi di contagio da coronavirus sono stati solo 15, e 11 le nuove vittime.