Anche la Serie A ha il primo caso di Coronavirus. Si tratta di Daniele Rugani, difensore della Juventus, risultato positivo al tampone dopo i controlli predisposti dal club bianconero. Il 25enne, si legge sul sito ufficiale della Vecchia Signora, “è risultato positivo al Coronavirus-COVID-19 ed è attualmente asintomatico. Juventus Football Club sta attivando in queste ore tutte le procedure di isolamento previste dalla normativa, compreso il censimento di quanti hanno avuto contatti con lui”.
Si tratta del primo caso di una lega di seria A, a testimonianza che il calcio non poteva (e, a maggior ragione, non può) proseguire il suo percorso come se nulla fosse. La sensazione che si trattasse solo di una questione di tempo, purtroppo, era nell’aria da diversi giorni, ora però è successo e il mondo del pallone dovrà agire di conseguenza. Fermo restando che la priorità, proprio come per qualsiasi altro paziente, è la sua salute (il fatto che sia asintomatico, evidentemente, è una buona notizia), è il caso di ragionare su tutto ciò che comporta la notizia.
Tanto per cominciare, la Juventus intera (dunque i giocatori, ma anche coloro che gli ruotano attorno, dai dirigenti ai membri dello staff) finisce in quarantena, compreso Cristiano Ronaldo, volato in Portogallo lunedì per assistere la mamma malata e ora “costretto” a rimanerci per 14 giorni: la partita di Champions contro il Lione, prevista per martedì prossimo, può dunque considerarsi già rinviata.
Non solo, perché la positività di un calciatore non tocca solo i membri del suo club, ma anche gli avversari che lo hanno incontrato. “FC Internazionale Milano rende noto che, a seguito del comunicato di Juventus FC riguardo alla positività del calciatore Daniele Rugani al COVID-19, viene sospesa ogni attività agonistica sino a nuova comunicazione – si legge sul sito nerazzurro. – Il club si sta attivando per predisporre tutte le procedure necessarie”.
Anche per l’Inter, ultima ad aver giocato contro la Juve, scatta dunque la quarantena, con la logica conseguenza di non poter giocare in Europa League nemmeno la prossima settimana. Il match odierno, peraltro, era già saltato dopo che il Getafe aveva annunciato il suo rifiuto di venire a Milano: la Uefa, proprio come per Siviglia-Roma (rinviata invece per il blocco aereo tra Spagna e Italia), stava pensando a una gara secca in campo neutro, una sorta di rimedio disperato per completare gli ottavi e garantirsi quantomeno il sorteggio.
Ma contro il Virus non ci sono interessi economici che tengano, nemmeno se a forma di pallone: la Uefa, complici alcuni governi ancora “distratti” (basti pensare a quanto visto a Lipsia e a Liverpool, con gli stadi regolarmente aperti e pieni di tifosi festanti), ha sin qui cercato di andare avanti, noncurante dei segnali che arrivavano dall’Italia e non solo. La Serie A aveva già deciso di fermarsi prima del caso Rugani, ora però potrebbero aggiungersi Liga spagnola (sindacato calciatori e Federazione si sono incontrati ieri e a breve comunicheranno la decisione), Ligue 1 francese (già a porte chiuse fino al 15 aprile) e Bundesliga, a maggior ragione dopo la positività di Timo Huber, difensore dell’Hannover (serie B tedesca).
Meno pesante la situazione in Inghilterra ma anche lì, dopo le noncuranze dei giorni scorsi, si registra la prima partita rinviata: si tratta del big match tra Manchester City e Arsenal, che doveva giocarsi ieri e che invece slitta a data da destinarsi dopo la positività di Evangelos Marinakis, presidente dell’Olympiakos, avversario dei Gunners nello scorso turno di Europa League.
Calcio fermo anche in Argentina, dove la Casa Rosada ha optato per uno stop precauzionale fino a fine marzo e, più in generale, in Sudamerica, con i rinvii di alcune gare valide per la qualificazione ai prossimi mondiali. A rischio, ovviamente, c’è anche la Coppa America in programma dal 12 giugno in Argentina e Colombia, ma è soprattutto l’Europeo a essere in discussione, tanto più questo in versione itinerante. “Nessuno ci ha chiesto il rinvio” ha fatto sapere, in forma anonima, un dirigente Uefa, ma ad oggi, francamente, sembra davvero difficile che possa giocarsi. Perché dalle 23 di ieri, ora del comunicato della Juventus su Daniele Rugani, anche il calcio internazionale non può più fare finta di niente.