Non solo la Cina sta pagando le conseguenze del coronavirus, ma anche i principali partner cinesi delle più grandi multinazionali sono stati messi in ginocchio dal virus cinese. Nel tentativo di controllare la sua diffusione sono state messe in atto misure preventive, piuttosto drastiche. Le misure riguardano il divieto di circolazione delle auto, la chiusura degli aeroporti, ma soprattutto l’invito di rimanere a casa il più possibile.
Ad esempio, la Foxconn, la più grande produttrice di apparecchiature elettroniche originali per Amazon, Apple, Microsoft, Motorola, Nintendo, Nokia, Sony, ha ordinato ai suoi dipendenti che stavano visitando Taiwan, di prolungare il proprio soggiorno.
Problemi soprattutto in casa Apple, visto che la Cina è il paese operativamente più importante dopo gli Stati Uniti. Secondo il quotidiano giapponese Nikkei, Apple aveva chiesto ai suoi fornitori asiatici di aumentare la produzione di iPhone del 10% in più rispetto lo scorso anno. La notizia è stata riportata in vista dei risultati di bilancio che saranno divulgati domani 29 gennaio.
In particolare, secondo quando dichiarato dalla rivista, Apple avrebbe ricevuto ordini fino a 65 milioni di unità dei modelli più vecchi e fino a 15 milioni di pezzi per la versione economica che verrà presentata a marzo.
Il problema però riguarda la diffusione dell’epidemia che sta preoccupando tutto il mondo e che potrebbe essere un ostacolo per l’aumento di produzione richiesto, provocando numerosi ritardi e un possibile slittamento del lancio dei nuovi iPhone, qualora la situazione non dovesse migliorare entro maggio-giugno, visto che i principali rifornitori di Apple si trovano nelle province vicine di Henan e Guangdong. Non sembrano esserci troppi problemi per i server Apple Cloud, secondo cui non richiedono molto personale e grande manutenzione.
In realtà , molte grandi aziende esportatrici devono fare i conti con il letale virus, fra queste anche il settore automobilistico, come Peugeot, PSA Group, Honda e Nissan hanno dovuto predisporre l’evacuazione dei loro dipendenti.
Il portavoce del gruppo PSA, Pierre-Olivier Salmon, ha affermato di voler iniziare a far rimpatriare i cittadini francesi da Wuhan entro la metà di questa settimana. Il portavoce di Generl Motors, la società Usa più grande in Cina, ha dichiarato di valutare giorno per giorno la situazione, senza prolungare, per il momento, il periodo di chiusura delle fabbriche, oltre il 2 febbraio, specie per quanto riguarda l’impianto Wuhan che conta più di 6 mila dipendenti.