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Coronavirus: rete sotto stress, da Netflix a YouTube cosa cambia

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La quarantena in fondo è un buon motivo per stare a casa, dove grazie ad Internet si può fare tutto: vedere film, scaricare videogiochi, persino lavorare e seguire lezioni scolastiche. Il tutto comodamente, col solito wifi. Ma è davvero così? La realtà è che, come alcuni di noi hanno già iniziato a constatare (rete Tim in down la settimana scorsa e connessioni ad Internet che saltano più frequentemente del previsto), la rete si sta sovraccaricando e non è detto che possa resistere garantendo il livello di prestazioni a cui siamo abituati.

Questo perché l’Italia è in casa da almeno una settimana e il traffico dati in questo lasso di tempo è schizzato del 90% sulla rete fissa e anche del 35% sulla rete mobile (Vodafone parla di un +50% nei mercati più colpiti dalla pandemia), Tim ha registrato solo nell’ultimo fine settimana un +75% di afflusso sui servizi di streaming (anche se l’azienda ha precisato che “non ci dovrebbero essere problemi) e sono esattamente raddoppiati gli spettatori di video su Facebook (su cui ad esempio il Papa tiene una messa quotidiana in Live) e Instagram.

“Siamo persino oltre i livelli di Capodanno”, ha precisato uno che di flussi in rete ne sa abbastanza, Mark Zuckerberg. “Normalmente per noi è il picco del traffico è il Capodanno. Praticamente tutti allo stesso tempo vogliono mandare un messaggio a tutti e scattare un selfie da inviare alla propria famiglia ovunque si trovi. Oggi in certi Paesi come il vostro siamo ben oltre quel picco”. Il tema da qualche giorno non riguarda più solo l’Italia. Mezzo mondo e soprattutto tutta l’Europa sono in quarantena, motivo per cui Bruxelles sta monitorando da vicino la situazione.

“Telelavoro e streaming aiutano molto, ma potrebbero mettere sotto pressione le infrastrutture”, ha dichiarato il commissario europeo Thierry Breton, che ha già parlato al telefono con Reed Hastings, a capo di Netflix, per ridurre la congestione delle reti Internet fortemente sovraccaricate. Ecco perché per «permettere l’accesso a tutti è tempo di #SwitchToStandard, cioè passare a una definizione video più bassa quando l’hd non è necessario”. Netflix ha subito annunciato che ridurrà il bitrate per 30 giorni per limitare del 25% l’impatto del traffico sulle reti europee.

Idem YouTube, che ha sospeso temporaneamente l’alta definizione dello streaming abbassando la qualità al livello standard per alleggerire il carico dei dati che viaggia sulle reti Internet. L’annuncio è arrivato direttamente da Google, proprietaria del social per la diffusione di video. Cautele necessarie visto che a giorni esordirà l’ennesima piattaforma di streaming, l’attesissima Disney+ che in Italia sarà visibile anche su Sky. Da noi il debutto è fissato per il 24 marzo, ma onde evitare ulteriori picchi di traffico dati alcuni Paesi come la Francia hanno chiesto al colosso Usa di posticipare. Per ora senza ricevere risposta.

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