Si chiude un lunedì da incubo per le Borse europee, colpite e affondate dal diffondersi dell’epidemia e della paura da coronavirus. Piazza Affari è la peggiore, -5,45%, 23.422 punti base e brucia tutti i guadagni 2020, trascinando con sé Francoforte -3,98%; Parigi -3,94%; Madrid -4%; Londra -3,33%, Zurigo -3,59%. I settori più colpiti sono i trasporti, le vendite al dettaglio, il lusso, ma anche le banche non se la passano bene.
Sull’altra sponda dell’Atlantico, Wall Street si sta muovendo in profondo rosso, dopo un’apertura pesantemente negativa soprattutto sui tecnologici. Le perdite al momento sono oltre il 3% per il Nasdaq e intorno al 2,8% per DJ e S&P 500. Apple cede il 4,45%.
Sul mercato valutario l’euro-dollaro risulta poco mosso e scambia a 1,085. La moneta unica resta debole e soffre soprattutto contro lo yen, con il cross in calo a 120,06.
Le preoccupazioni affossano il petrolio: il Brent -5%, 55,05 dollari al barile. Di contro, la corsa ai beni rifugio premia l’oro, che sale ai massimi da 7 anni: 1676,25 dollari l’oncia +1,66%. Lo stesso si può dire per i titoli di Stato americani, i cui prezzi viaggiano in forte rialzo, mentre il rendimento del decennale si muove a 1,371% vicino ai minimi di sempre (1,360%). Si registra però l’acuirsi dell’inversione della curva dei rendimenti, evento considerato tradizionalmente come un segnale anticipatore della recessione.
La seduta è negativa per i titoli di Stato italiani. Lo spread fra il Btp 10 anni e il Bund di pari durata sale a 144 punti base (+6,65%), con il rendimento del benchmark tricolore che sale a 0,96%.
D’altra parte l’Italia è il paese dove l’epidemia partita dalla Cina ha raggiunto, al momento, la diffusione maggiore in Europa, con il numero dei casi e dei morti che cresce di ora in ora. Anche l’Oms è preoccupata per la situazione italiana e ha annunciato per domani l’arrivo di un team per valutare la situazione. La diffusione nel mondo, al momento, non è tale da essere definita “pandemia” dice l’Organizzazione mondiale della Sanità, anche se il rischio incombe.
Almeno Pechino ha annunciato che nella giornata odierna non sono stati riportati nuovi casi, ma nel resto del mondo il numero delle vittime cresce in Corea del Sud, Iran e Italia.
Nello Stivale, il Covid-19 ha colpito l’area più dinamica del paese e le ricadute sulla già fragile crescita sembrano inevitabili, a causa del blocco o del rallentamento delle attività. Si cerca quindi di fronteggiare la situazione: il ministero dell’economia ha istituito una task force interna per monitorare l’impatto della malattia e approntare le misure necessarie e sta predisponendo un decreto per la sospensione dei versamenti e degli adempimenti tributari negli undici Comuni interessati dalle misure urgenti di contenimento del contagio.
La Cina in questo periodo ha già fatto molto e ora attuerà “adeguamenti dinamici” alle sue misure di politica monetaria, in particolare per quanto riguarda la riduzione dei requisiti minimi di riserva per le banche, in modo da fornire sostegno.
Tornando in Piazza Affari il listino principale chiude interamente in rosso. La blue chip peggiore è la Juventus, -11,04%, che ha presentato risultati deludenti nel primo semestre 2019-2020, con una perdita netta di 50,26 milioni di euro. I ricavi futuri sono a rischio, se le partite verranno sospeso o gli stadi chiusi, e intanto il match con l’Inter si giocherà probabilmente a porte chiuse.
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Va a picco il lusso con Ferragamo -9,34%. Prosegue la fase negativa di Azimut, -7,05%, già penalizzata venerdì dalla cessione di una quota da parte di Timone Fiduciaria. Pesanti perdite per Cnh -7,38%; Nexi -8,15%; Saipem -7,51%. Le banche contano i feriti a partire da Ubi -6,55%, mentre si raffredda l’ipotesi che l’Ops di Intesa (-5,93%) possa avere successo. Il gruppo di azionisti bresciani, che detiene l’8,4% dell’istituto, ha rinviato alla prima data utile l’incontro di questa sera sull’offerta di Intesa. Il comitato direttivo del Patto dei Mille invece “ha valutato negativamente l’Offerta pubblica di scambio lanciata da Intesa Sanpaolo, ritenendo che l’ipotesi di concambio – 17 azioni Intesa Sp contro 10 Ubi – sottovaluti significativamente il valore intrinseco del titolo Ubi e non consideri adeguatamente le sue prospettive reddituali’. Così in una nota del patto che riunisce alcuni soci bergamaschi, per un totale dell’1,6% del capitale della banca, tra cui spicca l’ex presidente del consiglio di gestione di Ubi Emilio Zanetti.
Intanto Fitch conferma il rating su Intesa, BBB con outlook negativo.
Unicredit perde il 4,28%, ma a quanto sembra l’ad Jean Pierre Mustier resta. Fuori dal listino principale: Mps -10,24%.
Fra i titoli “migliori” Telecom -3,93% e le utility, Terna -3,79%.