Vere e proprie zone rosse, decretate d’urgenza dal Governo per isolare i focolai ed impedire la diffusione del coronavirus in tutto il Paese: si tratta, come è ormai tristemente noto, di alcuni Comuni del Lodigiano, intorno a Codogno dove si è verificato il primo caso ufficialmente diagnosticato, e di un’altra area in Veneto, nel padovano. In entrambe queste zone sono segnalati più contagi che in altre e ci sono stati i primi tree morti, due donne in Lombardia e un uomo in Veneto.
Il decreto del Governo prevede in queste aree anche la chiusura di scuole, uffici e aziende, lo stop alle gite scolastiche in Italia e all’estero e alle manifestazioni sportive. Con l’intervento dell’esercito è inoltre disposto che nelle zone rosse non arriveranno nè treni nè mezzi pubblici e all’interno delle aree colpite la circolazione sarà fortemente limitata e, se necessario, vietata del tutto.
Ma quali sono precisamente queste zone? In Lombardia, le aree off limit sono quelle della bassa padana, a ridosso dell’Emilia tant’è vero che tra i Comuni coinvolti c’è anche Piacenza oltre che Lodi, Codogno, Pizzighettone, Pieve Porto Morone, Sesto Cremonese e Casalpusterlengo. In Veneto la zona cerchiata di rosso è quella intorno a Padova, con epicentro a Vo’ Euganeo e poi coprifuoco anche a Schiavonia, Mira, Mirano.
In queste zone il consiglio è quello di restare il più possibile in casa, anche se la Protezione Civile ha invitato a non farsi prendere dal panico: “Nell’ambito delle attività messe in campo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus – spiega sul sito – la collaborazione dei cittadini è fondamentale. Si invita pertanto la popolazione a recarsi nelle strutture sanitarie e ad utilizzare i numeri di emergenza solo se strettamente necessario”.