Si impenna la cifra che il Governo italiano stanzierà per rispondere all’emergenza coronavirus che sta bloccando l’intero Paese. Dai 7,5 miliardi promessi il 5 marzo si sale a 25 miliardi.
L’ANNUNCIO DI CONTE
“Abbiamo appena deliberato lo stanziamento di una somma straordinaria, 25 miliardi da non utilizzare subito, ma sicuramente da poter utilizzare per far fronte a tutte le difficoltà di quest’emergenza” ha annunciato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel corso della conferenza stampa tenuta insieme al ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, e alla ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo.
Saranno dunque 25 miliardi in termini di saldo netto da finanziare: tecnicamente sono 20 miliardi in termini di indebitamento netto, una cifra che corrisponde all’1,1% del Pil italiano.
I RAPPORTI CON L’EUROPA
Conte ha poi confermato la totale collaborazione delle istituzioni europee: “Ieri con il Consiglio europeo era anche in collegamento Lagarde (presidente della Bce, ndr.): grandi riconoscimenti e aperture sul fatto che è necessaria maggiore liquidità e tutti gli strumenti per far fronte a questa emergenza”. Un rigraziamento anche alla presidente della commissione Ue, Ursula Von der Leyen: “Oggi pomeriggio avrò una videoconferenza con la presidente Ursula Von der Leyen che si era dichiarata disponibile a venire in Italia. L’ho ringraziata e le ho detto che in questo momento possiamo lavorare nel modo più rapido possibile con una videoconferenza”.
LA CHIUSURA DELLA LOMBARDIA
Il Premier è poi tornato a parlare dell’ipotesi di “chiudere tutte le attività nei territori del Nord” per rispondere alle richieste di Lombardia e Veneto: “Non c’è nessuna chiusura verso misure più restrittive da parte del governo, fermo restando che abbiamo già adottato un decreto che ha introdotto un regime esteso a tutta la penisola. Ma seguiamo il contagio e siamo disponibili a valutare le richieste che dovessero venire dalla Lombardia e da altre Regioni”.
Pronta la reazione di Comuni e Regione Lombardia. Quest’ultima ha inviato una lettera al governo – pubblicata dall’AdnKronos – formalizzando la richiesta di chiudere tutte le attività “non essenziali”. A restare aperti, secondo la Regione, dovranno essere solo i negozi che vendono generi alimentari e di prima necessità (quindi anche farmacie e parafarmacie). Le chiusure dovrebbero invece interessare bar, ristoranti, centri commerciali, mercati, attività artigianali (parrucchieri, centri estetici, ecc.), strutture di accoglienza turistica, servizi mensa, servizi terziari e professionali. Richieste inoltre la sospensione della attività processuali, amministrative e assicurative e la riduzione del servizio di trasporto pubblico.
Anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha fatto sapere di aver chiesto maggiori restrizioni: “Se continua così si chiuderà tutto per forza», ha affermato in una conferenza stampa. “Oggi la partita è nelle mani dei veneti. Voglio vedere le strade vuote, le luci dei locali spente, le spiagge svuotate, le piazze deserte. Al di là della legge: non andate alla cene degli amici, non fate ritrovi familiari, non uscite. Ogni nucleo familiare deve restare isolato a casa sua”.
Sulla stessa linea il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, che nel corso di un intervento ai microfoni di Radio 24 ha detto: “Se il governo deciderà che la Lombardia farà questo passo, credo che anche il Piemonte dovrà in qualche modo essere compreso”. “Se le parole del presidente Fontana – ha precisato Cirio – vanno nella direzione di chiudere tutto, credo che a questa riflessione vada prestata grandissima attenzione. E’ per questo che l’ho sottoposta all’unità crisi e al comitato scientifico regionale, per avere già oggi un parere da trasmettere al governo.
LE MISURE ECONOMICHE
I dettagli più tecnici sulle misure economiche in arrivo, come da tradizione sono stati forniti dal ministro dell’Economia, che ha annunciato un piano in due step: la prima parte delle risorse sarà utilizzata nell’immediato, la seconda più avanti, per supportare interventi da definire.
“Le risorse stanziate saranno utilizzate in parte nel primo decreto, che stiamo preparando e che contiamo di approvare in settimana venerdì con risorse per 12 miliardi“. Ciò che viene annunciato oggi, 11 marzo, è “tecnicamente – ha spiegato Gualtieri – la richiesta di un’autorizzazione del Parlamento a stanziare fino a 20 miliardi in termini di indebitamento, 25 miliardi in termini di stanziamento. Il livello di deficit dipende da quanto effettivamente sarà impiegato. La prima misura impiegherà la metà di queste risorse, l’utilizzo dell’altra metà dipenderà anche da eventuali risorse europee. È ancora presto dire il livello di deficit che verrà raggiunto”.
“È possibile – ha ribadito il ministro – che alcuni interventi usufruiscano di risorse comuni europee per alleggerire l’impatto sul bilancio dello Stato che è comunque in grado di sostenere questo sforzo”.
Quali misure saranno finanziate? I dettagli arriveranno insieme al decreto. Per il momento Gualtieri ha parlato di “sostegno al lavoro”, rassicurando i cittadini sul fatto che “: nessuno perderà il lavoro per il coronavirus”. La parola è poi passata alla ministra Catalfo che ha preannunciato “norme speciali per gli stagionali e gli autonomi“, tra le quali spicca “la sospensione dei versamenti e dei contributi previdenziali e assistenziali in modo da tutelare tutti i settori”.
Nel decreto ci sarà poi “una Cassa integrazione speciale che va a tutelare tutti i lavoratori indipendentemente dal settore a cui appartengono” e si prevede “un allargamento degli ammortizzatori sociali, con la possibilità di utilizzo del fondo di integrazione salariale per le imprese da 5 a 15 dipendenti”.
Tra le misure allo studio anche la sospensione dei mutui per i redditi inferiori a 30mila euro, un congedo parentale di 15 giorni per padri e madri e i voucher baby sitter.
LE RISPOSTE DELL’EUROPA
L’Europa sembra intenzionata a concedere ogni tipo di flessibilità possibile allo scopo di permettere al Paese di sconfiggere il coronavirus.
“Il patto di stabilità Ue va usato con flessibilità”, ha affermato la cancelliera tedesca, Angela Merkel, riferendo della videoconferenza con le istituzioni europee sull’emergenza covid-19. “Non si può dire all’Italia in questa situazione che non debba investire nel suo sistema sanitario. È chiaro che le spese su questo debbano avere una precedenza”.”La situazione è straordinaria”, ha aggiunto, ricordando che la possibilità di usare la flessibilità “è già contenuta nel patto”.
In attesa della riunione in programma domani, 12 marzo, anche la presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, fa sentire la sua voce. L’ex numero uno del Fondo Monetario Internazionale ha chiesto ai leader dell’Unione di muoversi con urgenza allo scopo di combattere l’emergenza coronavirus. I rischi sono altissimi, potrebbe infatti verificarsi “uno scenario come quello della grande crisi finanziaria del 2008”. Lo riferisce la Blooberg secondo cui l’appello sarebbe arrivato nella conference call di stanotte con i leader europei. La Bce, dal canto suo, è intenzionata ad adottare varie misure per far fronte alla diffusione del virus, guardando a tutti gli strumenti disponibili, fra cui finanziamenti a bassissimo costo e liquidità.