La voglia di riscossa anima i mercati in avvio in una settimana corta: oggi sono chiuse le borse di Cina, Thailandia e India. Venerdì, in vista della Pasqua, si fermeranno i listini in Europa e nelle Americhe. Nell’attesa, prevale un ottimismo probabilmente prematuro, favorito dal calo dei contagi in Italia e in Francia, oltre che dalla prossima fine delle misure di sicurezza a Wuhan, la culla dell’epidemia, che riaprirà i battenti mercoledì.
Il Nikkei di Tokyo guadagna il 2,7% nonostante stamane il premier Abe abbia deciso la chiusura di Tokyo e di Osaka per scongiurare la ripresa delle infezioni. Il ministero della Salute del Giappone prevede di triplicare le scorte di Avigan, un antivirale in fase avanzata di sviluppo presso i laboratori della Fujifilm, in modo da poter trattare due milioni di pazienti.
Recupera Hong Kong (+1%), scossa dalla decisione delle autorità inglesi di imporre la rinuncia a pagare il dividendo ai soci di Hsbc, il titolo più diffuso tra i risparmiatori dell’ex colonia britannica.
In forte rialzo anche il Kospi di Seul (+2,5%), in attesa dei conti di Samsung.
VOLANO I FUTURES IN USA E ALLA CITY
Volano i future dell’indice S&P 500 (+3,3%) e della Borsa di Londra (+2,7%), per niente turbata dal ricovero di Boris Johnson.
A giustificare l’euforia sono le indicazioni in arrivo dagli Usa. Il presidente della Federal Reserve di Saint Louis, James Bullard, ha detto in tv che ci sono buone notizie sulla ripartenza dell’economia degli Stati Uniti: grazie ad una diagnosi a tappeto di tutta la popolazione, sarà possibile rimettere in marcia gradualmente le attività. Ogni cittadino testato riceverà un documento che certificherà la sua condizione rispetto al virus, i negativi al test potranno così tornare al lavoro. Donald Trump, intanto, ha parlato della necessità di cominciare a pensare al ritorno alla normalità, compresa la ripresa dello sport statunitense. Il Presidente ha incontrato i vertici del club in vista di un ritorno in campo delle squadre intorno a quest’estate.
SLITTA IL VERTICE OPEC, TRUMP MINACCIA DAZI
Il petrolio Brent ha aperto stanotte in fortissimo calo, intorno ai 30 dollari il barile, cinque in meno della chiusura di venerdì sera, ma nel giro di poche ore la perdita si è ridimensionata e stamattina il greggio del Mare del Nord tratta a 33,4 dollari, -2%. La volatilità è giustificata dal rinvio del vertice Opec +, previsto per oggi, a mercoledì o a giovedì, nella speranza che maturi l’accordo tra Arabia Saudita e Russia. Per evitare un tracollo dei prezzi, in caduta libera assieme ai consumi, si punta a un taglio della produzione di 10-15 milioni di barili, ma c’è ampio disaccordo sulla ripartizione dei sacrifici. E le Big Oil, secondo il Financial Times, hanno raccolto 32 miliardi di dollari, tra bond e tagli agli investimenti, per affrontare la guerra dei prezzi. Trump, intanto, minaccia dazi sulle importazioni di petrolio, in modo da proteggere i produttori americani.
VIGILIA DECISIVA PER GLI EUROBOND
“Qui si fa l‘Italia o si muore, disse Giuseppe Garibaldi a Calatafimi. E noi, prima della battaglia per fermare il coronavirus, diciamo: qui o facciamo l’Europa, o l’Europa morirà!”. Non ha usato mezzi termini Luigi Zingales, stimato docente a Chicago, per sottolineare l’importanza delle decisioni che la Ue dovrà prendere per affrontare l’emergenza tra domani, in occasione del vertice dei ministri finanziari e il summit dell’Eurogruppo. Da una parte c’è la richiesta degli Eurobond, sostenuta da Italia e Spagna, dall’altro l’offerta di prestiti sottoposti a condizioni e garanzie (più o meno rigide) che potrebbero arrivare da Germania e Olanda. In mezzo c’è la mediazione francese: i recovery bond, cioè un prestito una tantum, di fronte una situazione irripetibile, che non deve suonare, agli occhi di falchi, come un cedimento alle ragioni dei Paesi più deboli.
VERBALI BCE E FED, OGGI L’INDICE DELLA FIDUCIA
In contemporanea all’Eurogruppo ci sarà giovedì la pubblicazione delle minute del recente direttorio della Bce in cui è stato lanciato il piano di 750 miliardi di acquisti di bond.
Il calendario delle Borse – oggi orfane dei listini cinesi, fermi per festività – prevede per la settimana diversi appuntamenti che probabilmente altro non faranno che confermare la situazione di assoluta emergenza. I verbali dell’ultima riunione della Fed consentiranno di ricavare una fotografia più precisa dell’impatto del coronavirus sull’economia degli Stati Uniti.
Stamane usciranno i dati sugli ordinativi all’industria tedesca. Seguiranno in settimana i dati sull’Italia e la Francia. È in uscita anche il Sentix, l’indice della fiducia della zona euro.
AL VIA IL DECRETO LIQUIDITÀ
Il governo ha messo a punto il decreto liquidità, che a breve dovrebbe tradursi in diversi fondi di Garanzia per le piccole e medie imprese. Ma sul provvedimento si è consumato uno scontro politico: il ministro Gualtieri vuole affidare la gestione dei fondi (200 miliardi di effetto leva) alla Sace, i Cinque Stella sono insorto a tutela della Cdp.
L’esecutivo, intanto, accelera i tempi per estendere il golden power, ossia il potere dell’esecutivo di bloccare operazioni o passaggi di proprietà e controllo relativi a società considerate strategiche che riguarderà anche il settore alimentare, finanziario, assicurativo e sanitario. La norma inoltre sarà applicata alle operazioni all’interno dell’Ue.
“LA CURVA DEL CORONAVIRUS COMINCIA A FLETTERE”
Secondo i dati della Protezione civile, tra sabato a domenica il numero di chi è attualmente positivo al coronavirus in Italia è aumentato di 2.972 persone. I nuovi decessi in Italia sono stati invece 525, l’incremento più basso dal 19 marzo scorso. Il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, ha spiegato che “la curva ha iniziato la discesa. Se questi dati si confermano dovremo cominciare a pensare alla fase 2”.
AUTOSTRADE, SPUNTA L’IPOTESI ALLIANZ
Non manca lo spazio per manovre finanziarie favorite dall’emergenza. Resta sotto i riflettori Atlantia. Il mercato dà per scontata la discesa della holding dei Benetton in Autostrade per l’Italia. La soluzione più probabile è quella che passa per Cdp e F2i, ma prende corpo l’alternativa della cessione a una cordata capitanata da Allianz, contestata però dalla Lega. Il Carroccio sarà il padrino delle prossime nozze tra A2A e le utility venete di Verona e Vicenza.
VERSO L’OPA OBBLIGATORIA SU GEDI, I CONTI DI LEVI’S
Exor ha completato l’iter per l’acquisto delle azioni Gedi detenute da Cir. Il passaggio del pacchetto, pari al 43,87% del capitale (0,46 euro per azione pari ad un controvalore di 102,4 milioni), sarà perfezionato il 23 aprile. Dopo, recita una nota, “Exor provvederà, per il tramite di una società per azioni di nuova costituzione, a promuovere un’offerta pubblica di acquisto obbligatoria sulle azioni in circolazione non detenute, a 0,46 euro per azione”.
Da seguire negli Usa la trimestrale di Levi’s Strauss, un campione dei danni provocati dalla rottura della catena produttiva in Cina nei mesi scorsi.