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Coronavirus e calcio: stop alla Champions, rebus Europei

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Adesso è ufficiale: si fermano anche la Champions e l’Europa League. “Alla luce degli sviluppi dovuti alla diffusione del COVID-19 in Europa e delle relative decisioni prese da diversi governi – si legge nel sito ufficiale dell’Uefa – tutte le partite delle competizioni UEFA per club in programma la prossima settimana vengono posticipate. Ciò include le rimanenti partite di UEFA Champions League, ottavi di ritorno, in programma il 17 e 18 marzo 2020; tutte le partite di UEFA Europa League, andata degli ottavi, in programma il 19 marzo 2020; tutte le partite della UEFA Youth League, quarti di finale in programma il 17 e 18 marzo 2020. Ulteriori decisioni su quando si svolgeranno queste partite saranno comunicate a tempo debito”.

Un atto dovuto, ancor più dopo la positività emersa in mattinata di Callum Hudson-Odoi del Chelsea con conseguente quarantena dell’Everton di Ancelotti, che ha bloccato, di fatto, anche la Premier League inglese, dopo le sospensioni già annunciate di Serie A, Liga spagnola, Ligue 1 francese ed Eredivisie olandese, a cui a minuti si aggiungerà pure la Bundesliga tedesca. Ma l’Uefa aveva già deciso il da farsi nella giornata di ieri, dopo che l’emergenza Coronavirus si era allargata ben oltre il calcio. Dal basket (NBA ed Eurolega) al tennis (cancellati i tornei delle prossime sei settimane), dalla Formula 1 alla Moto GP, tutti gli sport avevano dato un segnale che Nyon non poteva più ignorare. Si ferma così la seconda “macchina” organizzativa più importante al mondo, dietro solo alla Fifa, anch’essa ovviamente alla finestra. 

“A seguito dei rinvii, anche i sorteggi dei quarti di finale di UEFA Champions League e UEFA Europa League previsti per il 20 marzo sono stati rinviati – prosegue il comunicato ufficiale. – La UEFA ha invitato ieri i rappresentanti delle sue 55 federazioni associate, insieme ai consigli di amministrazione dell’European Club Association e delle Leghe europee e un rappresentante della FIFPro, a una riunione di videoconferenza martedì 17 marzo per discutere della risposta del calcio europeo all’epidemia del coronavirus”. Il testo diffuso da Nyon, al netto dell’inevitabile burocrazia, fa intendere chiaramente che, martedì prossimo, si parlerà soprattutto dello slittamento degli Europei, a questo punto quasi certo.

Difficile, per non dire impossibile, che Euro 2020 inizi regolarmente il prossimo 12 giugno, anche perché, perfino ipotizzando che l’emergenza sia finita, sono ormai troppi i campionati sospesi, con inevitabili ripercussioni anche sulle prossime edizioni di Champions ed Europa League. L’unica strada possibile, ammesso che il Covid-19 lo consenta (e questo, francamente, lo speriamo tutti al di là dello sport), è allungare le stagioni fino a giugno-luglio, rimandando l’Europeo in autunno o, più probabilmente, all’estate del 2021. Questo vorrà dire una grossa perdita economica da parte di tutte le federazioni, nessuna esclusa, ma del resto la guerra al Coronavirus sta costando cara a qualsiasi settore e lo sport, al di là dei tentativi estremi di proseguire, non poteva più restarne fuori. E se lo hanno capito persino Uefa e Premier League, vuol dire che non c’erano davvero altre opzioni.  

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