Una rinomata clinica estetica del distretto di Gangnam, il quartiere più esclusivo della capitale sudcoreana, ha escogitato un metodo stravagante – e discutibile – per farsi pubblicità: ha fatto innalzare un parallelepipedo di plastica trasparente pieno di migliaia di ossa umane. Si tratta delle ossa estratte a pazienti che si sono sottoposti a una costosa operazione per rendere il proprio viso più snello ed elegante, mediante la limatura delle ossa del mento e della mandibola. Ogni frammento d’osso contenuto nel parallelepipedo porta incisi nome e cognome dei pazienti in modo che – come è stato detto non senza una certa involontaria ironia dagli ideatori dell’installazione – i pazienti possano rendersi conto di cosa sia stato tolto dalle loro facce. La direzione ha poi pensato bene di pubblicare sul sito della clinica una foto del macabro monumento e da qui ai social media il passo è stato breve, suscitando un vespaio di commenti indignati.
Qualcuno ha quindi informato le autorità del distretto facendo pressione perché l’insolita torre fosse rimossa. Dagli uffici del distretto è prontamente arrivato l’ordine di smantellare l’istallazione, accompagnato da una multa di 3 milioni di won sudcoreani per aver violato le disposizioni in materia di smaltimento di rifiuti medici. Il proprietario della clinica ha dichiarato alle autorità che non si era reso conto che la sua torre d’ossa violasse qualche legge e ha provveduto subito a farla rimuovere. Secondo la legge coreana, gli ospedali sono tenuti a immagazzinare i resti biologici derivati da interventi chirurgici in speciali contenitori e a trasportarli in veicoli appositi agli impianti inceneritori.
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