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Corea del Sud: stop al consumo di carne di cane, finisce una tradizione secolare

FIRSTonline

Stop al consumo di carne di cane in Corea del Sud. Il paese asiatico rompe, quindi, con una sua tradizione secolare.

Il Parlamento sudcoreano ha approvato all’unanimità una legge che vieta l’allevamento, la macellazione e la vendita di cani per la loro carne. Questa pratica tradizionale, da tempo oggetto di critiche da parte degli attivisti e considerata imbarazzante per il Paese, è stata dichiarata in via di eliminazione attraverso quella che è stata definita una “rivoluzione culturale”. La legge entrerà in vigore nel 2027 dopo un periodo di transizione di tre anni.

Tradizione secolare in declino

Il consumo di carne di cane in Corea del Sud era già in diminuzione, specialmente tra i giovani e soprattutto con la diffusione di cani come animali domestici. Negli ultimi anni erano già state avanzate diverse proposte per vietarne la produzione e il consumi con forti critiche rivolte anche ai metodi di uccisione dei cani. Tuttavia le proposte si sono sempre scontrate con la forte opposizione dei gruppi di allevatori.

Attualmente, il consumo è prevalentemente limitato a persone di età superiore ai 50 anni. La carne di cane è tradizionalmente considerata un alimento rinvigorente e viene consumata principalmente durante i mesi estivi di luglio e agosto.

La carne di cane è stata consumata in Corea del Sud per secoli, svolgendo un ruolo importante come fonte di alimentazione durante periodi di carestia, nel corso dell’occupazione giapponese (1910-1945) e della Guerra di Corea (1950-1953). Tra i piatti più diffusi ci sono il boshintang – una zuppa di carne bollita – e il gaesoju, una bevanda che si ottiene facendo bollire la carne di cane assieme a varie erbe.

Si stima che ogni anno circa due milioni e mezzo di cani vengano allevati, spesso in condizioni terribili, nel paese per queste ricette. I cani usati in genere sono i nureongi e mastini coreani, ma anche jindo, incroci e cani di razza abbandonati dagli proprietari e introdotti negli allevamenti.

Tre anni di carcere o 23 mila dollari di multa

La proposta di legge che vieta l’allevamento, la macellazione e la vendita di cani per la loro carne è stata approvata dall’Assemblea Nazionale della Corea del Sud con 208 voti favorevoli e nessun voto contrario ed è il risultato di un’azione bipartisan supportata sia dal People Power Party, attualmente al potere, che dal Partito Democratico, la principale forza d’opposizione. L’iniziativa si inserisce in un contesto di crescente consapevolezza nella società riguardo ai diritti degli animali e all’aumento del numero di proprietari di animali domestici nel paese.

Per entrare ufficialmente in vigore, la legge dovrà essere approvata dal governo e firmata dal presidente, ma questo è considerato un passaggio formale poiché entrambi sostengono il divieto.

Secondo quanto previsto dalla legge, l’allevamento, la vendita e la macellazione dei cani saranno soggetti a pene fino a tre anni di carcere o a una multa di 30 milioni di won (circa 23mila dollari).

Pronti dei sussidi per gli allevatori

Allevatori e operatori del settore hanno strenuamente opposto resistenza agli sforzi per vietare il consumo di carne di cane. La legge ha comunque previsto sussidi per aiutare coloro che lavorano nel comparto a trovare alternative occupazionali. Vi sono, infatti, compensazioni e agevolazioni per gli allevatori, ma anche vincoli per coloro che operano con la carne di cane a presentare un piano di transizione alle autorità locali entro il 2027.

Secondo le statistiche del governo, in Corea del Sud, sono presenti circa 1.150 allevamenti di cani, 34 macellerie, 219 distributori e circa 1.600 ristoranti che vendono cibo a base di carne di cane.

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