La vita quotidiana è ripresa a Seul, ma la popolazione è ancora sotto shock, dopo sei ore di dramma sulla legge marziale. Oggi i sudcoreani si sono recati negli uffici, nelle aziende e nelle scuole come di consueto, senza quasi alcun segno visibile nella capitale Seul delle sei ore di legge marziale a sorpresa e di forte dramma politico durante la notte. I 9 milioni di abitanti della capitale hanno iniziato la giornata normalmente dopo che il presidente Yoon Suk Yeol ha revocato il suo fallito tentativo di vietare le attività politiche e censurare i media poco prima dell’alba.
Ma molti sono rimasti scioccati da un evento così improvviso, che ha fatto crollare le azioni e la valuta sudcoreana ai minimi pluriennali, in un periodo di crescita economica già incerta. Ci sono stati più di una dozzina di casi in cui è stata dichiarata la legge marziale in Corea del Sud da quando è diventata una repubblica nel 1948, ma l’ultima volta è stata più di quattro decenni fa, quando il generale Chun Doo-hwan organizzò un colpo di stato e governò dal 1980 al 1988, ricorda Reuters.
Nella notte europea le borse asiatiche e le valute hann omostrato non pochi segni di nervosimo a causa della tempesta politica coreana. Un po’ di distensione è arrivata dopo che banca centrale della Corea si è detta pronta all’azione e il ministro delle Finanze ha annunciato che anche il governo è pronto a usare tutte le misure disponibili per stabilizzare i mercati finanziari con “liquidità illimitata”.
La borsa di Seul è scesa dell’1,5% nel finale di seduta, dop un -2,3% di stanotte, mentre lo won, la valuta locale, ha prso circa l’1%: il cross è sui massimi da inizio anno a 1.412, dopo aver toccato quota 1,43. Una grande catena di minimarket sudcoreana, che ha preferito restare anonima, ha detto che le vendite di prodotti in scatola nei suoi punti vendita sono aumentate del 337% tra le 23:00 e la mezzanotte di martedì, rispetto allo stesso periodo della settimana precedente. Le vendite di confezioni di noodles istantanei sono aumentate del 254% e quelle di acqua in bottiglia del 141%, ha detto un portavoce alla Reuters.
I sostegni da Banca centrale e governo dopo il bliz di Yoon
In risposta al tentativo di colpo di Stato, la banca centrale della Corea ha fatto sapere di essere pronta a prendere i provvedimenti necessari al mantenimento della stabilità dei mercati finanziari. La Banca della Corea aumenterà la liquidità a breve termine e adotterà misure “attive”, si legge nel comunicato diffuso dopo una riunione del board.
L’annuncio è arrivato dopo che il presidente Yoon Suk Yeol è tornato sui suoi passi e ha revocato la legge marziale introdotta poche ore prima. Yoon aveva dichiarato la legge marziale in un discorso in diretta televisiva intorno alle 22:30 (14,30 italiane) di martedì, per poi fare marcia indietro dopo che il parlamento ha sfidato la polizia e le forze speciali disposte attorno all‘Assemblea nazionale per votare, costringendolo a revocare la dichiarazione. L’ufficio presidenziale ha affermato che la dichiarazione della legge marziale è stata effettuata di notte per “minimizzare i danni all’economia nazionale e alla vita delle persone”. Soldati sudcoreani, equipaggiati con fucili, giubbotti antiproiettile e visori notturni, sono stati visti entrare nel palazzo del parlamento a Seul attraverso le finestre rotte. Gli elicotteri volteggiavano nel cielo notturno sopra l’edificio.
Dopo il voto parlamentare congiunto per bloccare la mossa presidenziale e la successiva dichiarazione di revoca approvata intorno alle 4.30 locali (20.30 di martedì in Italia) durante una riunione di gabinetto, le forze politiche hanno chiesto a Yoon di fare un passo indietro. Il partito Democratico ha dichiarato oggi che i suoi deputati hanno minacciato l’avvio formale delle procedure per metterlo sotto accusa in assenza di dimissioni.
Il ministro delle Finanze Choi Sang-Mok ha annunciato che anche il governo, oltre alla banca centrale è pronto a usare tutte le misure disponibili per stabilizzare i mercati finanziari e valutari, mettendo sul tavolo “liquidità illimitata”. La mossa del presidente, a quanto pare sostenuta dal ministro della Difesa, ha messo d’accordo i partiti rivali. Il People Power Party, al potere in Corea del Sud ma senza una maggioranza in Parlamento, e il partito Democratico, che invece controlla l’Assemblea nazionale con le altre opposizioni, si sono ritrovati uniti nella richiesta di dimissioni del presidente Yoon Suk-yeol, in risposta al caos creato dalla legge marziale, dichiarata e ritirata dopo sei ore nel corso della notte.
“La dichiarazione di legge marziale del presidente Yoon Suk-yeol è stata una chiara violazione della Costituzione. Non ha rispettato alcun requisito per dichiararla”, ha reso noto il partito in una nota secondo cui “si è trattato di un grave atto di ribellione e fornisce una base perfetta per il suo impeachment”. Per metterlo sotto accusa sarebbe necessario il sostegno di due terzi del Parlamento, ovvero 200 dei suoi 300 deputati. I democratici e gli altri piccoli partiti di opposizione insieme hanno 192 seggi: ma quando il Parlamento ha respinto la legge marziale di Yoon con la votazione unanime dei 190 presenti, circa 10 voti sono arrivati dal People Power Party.