Un derby di fuoco. I quarti di Coppa Italia ci regalano un Inter-Milan davvero delicato, non solo per il proseguo nel torneo ma anche, se non soprattutto, per capire chi, tra le due, avrà reagito meglio alle delusioni del fine settimana. Arrivati a questo punto, infatti, il fattore psicologico può giocare un ruolo fondamentale, ragion per cui né Conte né Pioli vogliono perdere un derby del genere, col rischio di finire nel vortice delle polemiche. E poi c’è sempre in palio una semifinale di Coppa Italia, trofeo snobbato all’inizio ma col suo perché arrivati a fine gennaio, quando la stagione inizia ad assumere una fisionomia ben precisa. Entrambe non si presentano al meglio, quantomeno a livello mentale. I rossoneri sono reduci dalla pesante sconfitta con l’Atalanta, che ha acceso più di un campanello d’allarme: perdere ci può stare, farlo in modo così netto invece no.
“Credo che avere delle pressioni sia un privilegio, significa essere arrivati a un certo livello – ha glissato Pioli – Ora però affrontiamo un’altra competizione, ci teniamo e faremo di tutto per arrivare fino in fondo, anche se sappiamo che in campionato sarà diverso. Ci restano i 43 punti fatti nel girone d’andata, il nostro obiettivo adesso è fare uno sforzo ancora maggiore e provare a mantenere lo stesso rendimento anche nel ritorno”.
In casa Inter, invece, non c’è nessuna sconfitta da commentare, ma un pareggio che, a conti fatti, ha avuto un sapore simile. Vincere a Udine avrebbe portato all’aggancio in classifica, addirittura al sorpasso considerando la differenza reti, invece i nerazzurri, ancora una volta, hanno fallito proprio nel momento decisivo. Ma a rendere il clima pesante è stato soprattutto lo screzio tra Conte e l’arbitro Maresca, iniziato sul terreno di gioco con l’espulsione del tecnico e deflagrato nel tunnel a fine partita: i testimoni raccontano di uno scontro durissimo, rimasto nei limiti della decenza solo grazie all’intervento dei presenti. Il rischio di una lunga squalifica esiste, anche se i rumors parlano di sole due giornate: oggi il giudice sportivo dovrebbe rendere nota la sua decisione, ma è chiaro che ad Appiano non si respira un’aria serena.
“L’unica cosa importante è la qualificazione – ha tagliato corto Conte, preferendo concentrarsi sulla partita – Servirà una prova di squadra, il derby di campionato fu una partita in cui ci ritrovammo sotto per 2-0, questa volta dovremo essere molto più cinici. È importante essere decisivi e determinati soprattutto quando si arriva in zona gol, poi ci sono momenti più o meno fortunati, l’importante è che ci sia sempre grande partecipazione e abnegazione”.
A rendere ancor più incerto questo derby di Milano numero 227 (il 25esimo in Coppa Italia) saranno le scelte di formazione, condizionate dagli impegni (prima e dopo) di campionato, ma anche dagli infortuni. Pioli è alle prese con le assenze certe di Calhanoglu e Bennacer, inoltre deve fare i conti con gli acciacchi di Mandzukic, Tonali e Kalulu e con la squalifica di Donnarumma, ragion per cui, ancora una volta, vedremo un 4-2-3-1 diverso da quello tipo con Tatarusanu in porta, Dalot, Kjaer, Romagnoli e Hernandez in difesa, Meité e Kessié a centrocampo, Saelemaekers, Brahim Diaz e Leao alle spalle dell’unica punta Ibrahimovic.
Un po’ di turnover anche per Conte, che potrebbe far rifiatare qualche titolarissimo come Young (o Hakimi), Vidal e Lautaro Martinez, per un 3-5-2 che vedrà Handanovic tra i pali, Skriniar, De Vrij e Bastoni nel reparto arretrato, Hakimi, Barella, Brozovic, Sensi (ballottaggio con Gagliardini) e Darmian in mediana, Sanchez e Lukaku in attacco. Arbitro della sfida sarà Valeri, protagonista, nel 2012, di un derby ricco di episodi contestati; la speranza, questa volta, è che le cose vadano diversamente.