C’era una volta la triste coppa Italia, snobbata dalle grandi squadre, priva di appeal per sponsor, tv e spettatori, infarcita di riserve in stadi ghiacciati e deserti. Come in una favola, quel trofeo si è trasformato in qualcosa di diverso, e ora tutti vogliono vincerlo, o almeno provare a farlo. L’edizione numero 64 della coppa Italia è arrivata al momento più atteso, quello in cui entrano in gioco le grandi della serie A. Ad aprire le danze di questi ottavi di finale è stata la Roma, che ha onorato l’impegno con un netto 3 a 0 all’Atalanta. “Vogliamo vincere la coppa” aveva detto Zeman alla vigilia, confermando il trend degli ultimi anni: il trofeo fa gola a tutti.
Ricordate che spettacolo la scorsa edizione? Le semifinali tra Juventus e Milan per esempio, o la finalissima tra i bianconeri e il Napoli, in un Olimpico stracolmo neanche fosse Champions League.
Già, gli stadi. Una volta per le partite di coppa Italia erano imbarazzanti. Non che adesso le cose vadano molto meglio (in alcuni impianti si potrebbero quasi contare gli spettatori presenti…), ma perlomeno ci sono sfide che accendono l’interesse generale. Juventus-Cagliari per esempio si giocherà in uno Stadium completamente esaurito, un po’ per il ritorno a casa di Antonio Conte, un po’ perché la società ha (intelligentemente) regalato l’ingresso ai propri abbonati. E così la Juve, che ai tempi del vecchio Delle Alpi faticava persino a riempire la curva Scirea, scenderà in campo in un clima da Champions.
Ma come si spiega questa inversione di tendenza? Di sicuro ha inciso la nuova formula, decisamente più rapida (le grandi entrano in gioco agli ottavi, le partite sono secche) e compatta (il 30 gennaio conosceremo già le due finaliste), che permette un buon numero di scontri prestigiosi e interessanti. Certo, qualche miglioria potrebbe ancora essere apportata (per esempio, perchè non giocare Milan-Reggina al Granillo invece che a San Siro?!), sulla falsariga di quanto accade all’estero, ma siamo sulla buona strada.
Da non sottovalutare poi i motivi tecnico-economici: rispetto agli anni ’90, quando i nostri club dominavano nelle competizioni europee, le possibilità di vincere un trofeo sono diminuite, e per molti la coppa Italia rappresenta un’occasione più unica che rara. La finale in gara secca allo stadio Olimpico di Roma è poi un ulteriore stimolo, così come la successiva partecipazione alla Supercoppa, meglio ancora se giocata all’estero. Infine l’eventuale successo dà diritto ad un posto in Europa League, ovviamente senza passare dai fastidiosi preliminari estivi. Tutti buoni motivi per impegnarsi e onorare la coppa, che negli anni ha saputo rinnovarsi e migliorarsi. Una piacevole controtendenza per il nostro calcio, che, per una volta, guarda al presente con il sorriso.