Goduria Juve, disastro Inter. Il primo round della semifinale di Coppa Italia tra bianconeri e nerazzurri si chiude con un netto 3-0, una sorta di sentenza anticipata prima ancora della gara di ritorno. Solo un miracolo infatti permetterebbe a Mancini di ribaltare un risultato del genere, tanto più che la superiorità della Juventus, già certificata in campionato, è apparsa addirittura schiacciante.
Se i bianconeri, nonostante l’assenza di 5 titolarissimi (Buffon, Barzagli, Khedira, Lichtsteiner e Dybala), sono riusciti a passeggiare sui nerazzurri (a cui mancava solo Icardi), cosa potrà mai accadere a ranghi completi? La domanda è lecita così come il dubbio che questa Inter si sia sciogliendo in maniera preoccupante: il ruolino di quest’inizio di 2016 (2 pareggi, 2 sconfitte e 2 vittorie, di cui una in Coppa a Napoli) è molto più di semplice campanello d’allarme.
Urgono rinforzi immediati e il solo Eder, preso con la formula del prestito oneroso (1,5 milioni) con obbligo di riscatto (10,5), potrebbe non bastare per chi, ancora una volta, ha palesato limiti soprattutto in fase di costruzione di gioco. E dire che, almeno all’inizio, i nerazzurri avevano cominciato piuttosto bene. Per oltre mezzora erano stati loro a gestire la partita, con una Juve che sembrava imballata e con la testa da un’altra parte.
Poi però, dopo averne negato uno clamoroso per un braccio in area di Medel, Tagliavento fischiava un rigore per un fallo di Murillo su Cuadrado e i bianconeri la sbloccavano con Morata, di nuovo in gol dopo quasi 4 mesi d’astinenza (36’). Era questo l’episodio che spaccava in due il match, perché da quel momento si vedeva solo la Juve. Al 63’ lo spagnolo, evidentemente galvanizzato dalla rete del primo tempo, raddoppiava con una girata di destro anche grazie alla complicità di Melo, autore, suo malgrado, di un “auto-assist” ai limiti del comico.
Mancini tentava di correre ai ripari inserendo Brozovic (proprio al posto del brasiliano) ma al 70’ Cuadrado gli giocava un altro brutto scherzo: dribbling secco su Murillo, fallo e inevitabile seconda ammonizione. Inter sotto di due gol, in 10 uomini e con ancora 20’ da giocare. Uno scenario piuttosto cupo e infatti arrivava la tempesta: Morata si divorava il 3-0 a tu per tu con Handanovic, Dybala (entrato al posto di Mandzukic) lo trovava con un sinistro dal limite dell’area (82’).
L’Inter? Tutta in un colpo di testa di Murillo (ben parato da Neto) e in un tiro sporco di Jovetic (murato da Caceres). Troppo poco per scalfire la difesa bianconera (peraltro ancora imbattuta in Coppa Italia) e così il match dello Stadium si concludeva con un roboante 3-0. “I ragazzi hanno fatto una bella partita ma non siamo ancora in finale – il commento di Allegri. – Stiamo facendo molto bene ma guai a rilassarci, la strada per vincere è lunga e dobbiamo pensare gara dopo gara. Sono contento soprattutto per Morata, mi era piaciuto anche con la Roma ma aveva bisogno di tornare al gol”.
Di umore decisamente opposto Mancini, costretto a fare i conti con una sconfitta pesante sia dal punto di vista pratico (la Coppa Italia, a meno di miracoli, finisce qui) che del morale. “Loro hanno meritato di vincere ma credo che il 3-0 sia esagerato – ha spiegato in conferenza stampa. – Fino al rigore la gara era stata equilibrata, sul secondo gol abbiamo commesso un errore e poi, una volta rimasti in 10, è stato tutto più difficile. Il risultato è molto complicato da rimontare, proverò a inventare qualcosa”.
Ma il problema più urgente del Mancio è il campionato, altra competizione in cui la sua Inter ha perso terreno. Domenica ci sarà il derby e un risultato negativo scatenerebbe una vera e propria bufera su tutto l’ambiente. Non ha di questi problemi la Juventus, l’unica squadra italiana rimasta in corsa su tre fronti. La stagione è ancora lunga ed è troppo presto per sapere se si rivelerà vincente, certo però che con queste premesse tutti i sogni sono più che autorizzati.