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Controversie finanziarie: in 6 mesi 13,5 milioni di risarcimenti

Sono in aumento i ricorsi presentati dall’inizio dell’anno, la maggior parte dei quali provenienti dal Sud Italia – Forti criticità riscontrate nell’informativa propedeutica all’investimento – Crescono anche i risarcimenti

Controversie finanziarie: in 6 mesi 13,5 milioni di risarcimenti

Ammontano a quota 903 i nuovi ricorsi presentati nel primo semestre del 2021 all’Arbitro per le Controversie Finanziarie, l’organismo di risoluzione stragiudiziale delle controversie tra risparmiatori e intermediari finanziari istituito dalla Consob nel 2016. Dalla sua nascita l’Arbitro ha trattato oltre 8mila ricorsi, con una media di 1.600 l’anno. I dati sono stati resi noti oggi dalla Consob.

Scendendo nei dettagli, nei primi 6 mesi dell’anno in corso il collegio ha accolto il 65% dei ricorsi esaminati, riconoscendo risarcimenti per 13,5 milioni di euro, una cifra in aumento rispetto 12 milioni di euro nel primo semestre 2020. Volendo fare un calcolo complessivo, dal 2016 alla prima metà del 2022, le somme liquidate a favore dei risparmiatori sfiorano i 100 milioni di euro (97,8 milioni di euro, per la precisione), con una media pro-capite di circa 4mila euro. Il valore complessivo delle richieste risarcitorie dei risparmiatori nel primo semestre dell’anno è di quasi 47 milioni di euro “con un valore medio unitario di 50mila euro, oltre 200 i ricorsi con richieste di risarcimento di importo superiore a 50mila euro, fino al massimo previsto di 500mila euro. A metà 2021, le richieste di risarcimento complessivamente formulate all’ACF hanno così superato quota 450 milioni di euro” puntualizza l’Arbitro in una nota.

Sotto il profilo territoriale è ancora il Sud l’area da cui provengono il maggior numero di ricorsi (il 41% del totale), seguito a stretto giro dal Nord (40%)  e, di molto distanziato, il Centro (19%). 

Andando avanti coi dati, a fronte dei 903 ricorsi pervenuti nel primo semestre 2021 sono stati conclusi 918 procedimenti, con un incremento di oltre il 20% rispetto all’omologo dato 2020 (750). In deciso aumento (+50%) i provvedimenti di estinzione anticipata dei procedimenti assunti dal presidente, su richiesta dei ricorrenti interessati (152 nel primo semestre 2021, 107 nello stesso periodo del 2020). “Si tratta di un trend che va valutato positivamente, in quanto in massima parte correlato a casi in cui le parti sono pervenute in autonomia ad una composizione bonaria della controversia, rivelatasi soluzione concretamente praticabile solo dopo l’avvio da parte del risparmiatore del procedimento dinanzi all’ACF”, specifica l’organismo.

Scende invece il numero di casi di irricevibilità/inammissibilità dei ricorsi per riscontrate e non sanabili irregolarità formali: 113 nella prima parte dell’anno in corso, mentre erano stati 242 nel corso dell’intero 2020 e 290 nel 2019. 
Gli intermediari sinora coinvolti nei procedimenti dinanzi all’Arbitro sono 195. L’area in cui si annidano le maggiori criticità nei rapporti tra investitori retail e intermediari continua ad essere quella dell’informativa propedeutica all’investimento. “Troppo spesso i risparmiatori che si rivolgono all’ACF, oltre a non riconoscersi nel loro profilo di investitori per come delineato nell’apposito questionario MiFid, contestano di non aver ricevuto informazioni chiare ed adeguate su cui poter fondare scelte d’investimento consapevoli. Si tratta di problematica – spiega in una Consob – che il Collegio Acf si trova pressoché sistematicamente ad affrontare e sulla quale sono stati oramai definiti numerosi e consolidati orientamenti di carattere generale nelle quasi 4.000 decisioni finora pubblicate e liberamente consultabili sul sito istituzionale”.

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