La trattativa sul rinnovo del contratto degli statali potrebbe essere a un punto di svolta. Mercoledì, per la prima volta, dal Tesoro è arrivata un’apertura ad aumentare gli stanziamenti per le buste paga degli impiegati pubblici. Nel prossimo Documento di economia e finanza (Def), che vedrà la luce ad aprile, il governo potrebbe destinare a questa voce di spesa risorse aggiuntive per 200-250 milioni di euro.
La cifra è ancora lontanissima dalle richieste dei sindacati – che vorrebbero alzare l’asticella fino a un miliardo e mezzo – ma potrebbe raddoppiare grazie al contributo di Regioni ed Enti Locali al finanziamento dei contratti.
In questo modo, l’aumento delle retribuzioni arriverebbe a quota 90-100 euro lordi al mese. Somma già indicata in passato come obiettivo dal ministro della Funzione pubblica, Fabiana Didone, e che servirebbe perlomeno a rendere permanente il bonus di 20 euro lordi al mese previsto dall’ultimo rinnovo del contratto (il cosiddetto “elemento perequativo”).
Non è detto che basti. L’Agenzia che tratta con i sindacati a nome del governo (Aran) certifica che il disallineamento fra le retribuzioni pubbliche e private nel settore industriale arriva al 12,4%.
Quanto ai rappresentanti dei lavoratori, il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga, ritiene che quello di mercoledì sia stato solo “un incontro interlocutorio”.
Antonio Focillo, della Uil, ha notato “un’attenzione a considerare un possibile intervento economico aggiuntivo”, anche se per ora “il Mef non ha assunto alcun impegno”.
Secondo Massimo Battaglia, di Confsal, “serve chiarezza sulle risorse e vanno risolte le vertenze, a cominciare dalla scuola”.
Intanto, sono stati sbloccati 210 milioni di euro per i premi ai dipendenti (relativi all’anno 2017) e il potenziamento delle agenzie fiscali. Nel dettaglio, 167,3 milioni sono destinati all’Agenzia delle Entrate (di cui 10,2 per il potenziamento) e 42,8 all’Agenzia delle Dogane e dei Monopli (di cui due per il potenziamento).