Un aumento di stipendio di 100 euro per tre anni. È quanto prevede l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale dell’industria mineraria siglato ieri dai sindacati del settore (Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil) con Assomineraria-Confindustria. L’intesa riguarda oltre 3mila dipendenti.
Il precedente contratto era scaduto il 31 marzo 2016, perciò la nuova decorrenza va dal primo aprile 2016 al 31 marzo 2019.
Nel dettaglio, l’intesa prevede un aumento sui minimi tabellari di 100 euro nel triennio (V livello), suddiviso in due tranche: 50 euro, dal 1 aprile 2017; 50 euro, dal 1 aprile 2018. Il montante complessivo è di 1.863 euro.
Nelle aziende in cui non si esercita la contrattazione di secondo livello viene erogato, in aggiunta al trattamento contrattualmente già previsto, un importo pari a 200 euro per il 2017 e 200 euro per il 2018.
Sul welfare contrattuale le parti hanno istituito una Commissione che dovrà, entro la vigenza contrattuale, definire le condizioni con le quali i lavoratori del settore confluiranno dal welfare del contratto chimico a quello di energia e petrolio.
“L’operazione è importante – dicono soddisfatti i sindacati – perché migliora le condizioni economiche dei lavoratori del settore e risponde efficacemente al recupero del tasso inflattivo che si presume verrà registrato nel corso della vigenza contrattuale”.
Infine viene confermato l’attuale impianto classificatorio con l’aggiunta di ulteriori profili professionali, che verranno successivamente definiti da una apposita Commissione.
L’ipotesi di accordo stipulata – fanno sapere i sindacati – sarà subito sottoposta al vaglio delle assemblee dei lavoratori.