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Contratto bancari: oggi si riapre la trattativa

Nonostante le distanze, Abi e sindacati riaprono il tavolo per il rinnovo del contratto bancari – Le due parti devono trovare una sintesi per evitare la disapplicazione del contratto dal primo aprile – Recupero inflazione e scatti anzianità i punti di maggior contrasto – L’ipotesi di coinvolgere il governo se l’impasse non si sblocca

Contratto bancari: oggi si riapre la trattativa

I protagonisti del duello per il rinnovo del contratto dei bancari tornano in campo oggi a Palazzo Altieri dopo la rottura delle trattative e lo sciopero del 30 gennaio. Visti i toni delle ultime settimane  si potrebbe quasi dire che Abi e sindacati dei bancari tornano sul ring pronti a darsi nuovamente battaglia. Ma il tempo stringe e probabilmente le due parti metteranno da parte i guantoni cercando la via del dialogo. Va detto che le due parti sono ancora lontane, molto lontane sui principali temi di discussione di questo rebus del rinnovo del contratto bancari. Si tratta principalmente di cinque punti: il recupero dell’inflazione, gli scatti d’anzianità, la rivalutazione del tfr, la contrattazione di secondo livello e gli inquadramenti.

Lo scorso 31 dicembre Abi ha deciso di disdettare il contratto ma ha concesso tre mesi ai sindacati per poter mettere su una trattativa per il rinnovo. Se non si dovesse trovare un accordo sul nuovo contratto si andrà verso la disapplicazione a partire dal primo aprile. Da entrambi le parti il concetto è che non serve un contratto a ogni costo. I sindacati intimano ad Abi nuove mobilitazioni e la minaccia di rivolgersi al Governo, l’Abi ha bisogno di cambiare radicalmente le carte in tavola perché l’associcazione creditizia ritiene che l’attuale tipo di contratto nazionale non sia più economicamente sostenibile.

Dall’incontro di oggi si attendono novità importanti quantomeno in chiave distensiva. Non ci si attende un accordo su ogni fronte ma quantomeno che vengano fissati alcuni paletti. I sindacati dovranno cedere su alcuni punti, la stessa cosa vale per Abi. Per i sindacati il contratto nazionale dei bancari rappresenta un’architrave e proprio per questo motivo sembra inverosimile che non si possa trovare un accordo entro il primo aprile.

Nella giornata di mercoledì il segretario generale di Fabi Lando Maria Sileoni presente al congresso Fabi Unicredit è stato molto chiaro: “Il Contratto dobbiamo farlo; contrariamente, due alternative sono possibili, o chiamare il Governo, che rappresenta un’incognita, oppure si va alla disapplicazione. In questo secondo caso si arriverebbe al congelamento di alcuni voci e, soprattutto, si aprirebbe la strada alla possibilità da parte delle banche di avere mano libera”. Dalle parti del principale sindacato dei bancari sono due i punti su cui si insiste maggiormente: un pieno recupero dell’inflazione e il mantenimento degli scatti d’anzianità. Il motivo è evidente: senza un recupero pieno dell’inflazione e con l’eliminazione o una drastica riduzione degli scatti d’anzianità la preoccupazione dei bancari è quella di una decisa riduzione del potere d’acquisto.

Dall’Abi la ristrutturazione completa del contratto bancari viene vista come necessaria sia per la caduta della redditività che si sta verificando negli ultimi tempi che per i cambiamenti nei comportamenti dei clienti che incidono sul tradizionale modo di “fare banca”, basti pensare alla rivoluzione portata dall’home banking. Per Abi è importante trovare una sintesi fra le posizioni in campo ed è per questo che ha deciso di riprendere la trattativa con i sindacati auspicando di individuare con i sindacati quei punti a partire dai quali riscrivere il nuovo contratto.

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