Cosa potrebbe accadere da qui ai prossimi mesi nell’universo bancario? Cambierà qualcosa dopo l’intesa che porterà al nuovo contratto dei bancari? E quali saranno le prospettive per le banche popolari che ben presto dovranno cambiare pelle per effetto della riforma voluta fortemente dal presidente del consiglio Matteo Renzi?
La riforma delle banche popolari porterà, senza dubbio, tante novità nel mondo bancario e la prospettiva più interessante è che presto potrebbe arrivare una stagione di fusioni e aggregazioni tra i vari istituti popolari e non solo. Ma dietro a ogni eventuale fusione fra aziende spesso si aggira lo spettro degli esuberi e quindi dei licenziamenti e il mondo dei bancari non ne di certo sarà esente.
Ma prima dell’apertura delle danze delle fusioni fra banche è bene chiarire un aspetto molto importante anche alla luce del recente rinnovo del contratto dei bancari: quale sarà il futuro dei dipendenti in caso di cessioni individuali e collettive di rapporti di lavoro? Entra in scena o no il Jobs Act di Renzi?
La riforma voluta fortemente dal premier Matteo Renzi per cercare di porre fine alla giungla di tipologie lavorative e favorire la flessibilità lavorativa non sarà applicata in alcuni casi relativi all’universo bancario. Tra le maggiori preoccupazioni di oggi c’è il timore dell’applicazione del Jobs Act ai vecchi assunti. Nel caso dei bancari, già assunti con un contratto a tempo indeterminato, non cambierà nulla. Infatti, nel testo del nuovo contratto bancari c’è un capitolo importante relativo alla continuità contrattuale per i lavoratori oggetto di ristrutturazione aziendale in cui si specifica che il Jobs Act non sarà applicato per quei lavoratori che confluiscono in nuove società a seguito di processi di riorganizzazione o ristrutturazione aziendale, oppure in casi di cessioni individuali e collettive dei contratti di lavoro.
Qualche dubbio solleva però la lettura di una puntualizzazione del direttore generale di Abi Giovanni Sabatini sulle pagine del Corriere della Sera. Sabatini spiega che nel nuovo contratto dei bancari non ci sarà nessuna deroga alle tutele introdotte con il Jobs Act “ma anzi vi è una piena conferma delle regole di legge sulle risoluzioni dei rapporti di lavoro”. Una dichiarazione che, però, non chiude del tutto la questione. Dalla Fiba-Cisl si confermano le parole di Sabatini specificando però che “il lavoratore che viene trasferito da una banca a un’altra conserva tutti i diritti ottenuti dalla prima data di assunzione”. Pertanto coloro che sono a tempo indeterminato non avranno problemi in caso di riorganizzazione aziendale o altri casi legati, ad esempio, alle fusioni. In questo caso le tutele del nuovo contratto da firmare non saranno quelle relative al Jobs Act ma quelle del primo contratto di assunzione.