Per il contratto dei bancari serve ancora tempo. È quanto deciso al tavolo tra il Casl dell’Abi (comitato affari sindacali e del lavoro dell’associazione bancaria) e i sindacati (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin). Secondo quanto si legge in una nota dell’associazione bancaria, le parti hanno quindi raggiunto l’accordo per sospendere fino al 31 luglio i termini del contratto scaduto a fine dicembre del 2022. Sono previsti nuovi incontri a settembre per proseguire il confronto con l’obiettivo di arrivare a definire il nuovo contratto nazionale.
Il negoziato dovrà affrontare i profondi mutamenti del lavoro in banca, dovuti soprattutto all’innovazione tecnologica, come anche le esigenze delle aziende che richiedono una forte semplificazione, soprattutto sul tema degli inquadramenti. Tra i nodi più spinosi la richiesta di aumento salariale da 435 euro lordi mensili e una riduzione delle ore settimanali a 35.
L’incontro Abi-sindacati: la posizione di Intesa Sanpaolo
Nel nuovo incontro tra Abi e sindacati, stavolta, è stato il comitato affari sindacali e del lavoro (Casl) dell’Abi a illustrare la posizione delle banche. Tutte tranne una: Intesa Sanpaolo, che proprio che nei mesi scorsi ha deciso di non farsi rappresentare dall’Abi nelle trattative sul rinnovo di contratto, preferendo fare da sé. Di recente avevano fatto rumore le parole di Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa, che lo scorso 12 giugno, intervenendo al congresso della Fabi, ha dato il suo beneplacito alla richiesta presentata dalle cinque sigle: “Inaccettabile non concedere aumenti consistenti ai lavoratori in banca”. L’ad di Intesa ha fatto sapere di vedere “con grande favore” l’ipotesi di “una partecipazione agli utili” da parte dei dipendenti. Mentre più cauto e prudente è stato il numero uno di Unicredit, Andrea Orcel, in quanto la sua banca ancora nel Casl, esprimersi sulla questione sarebbe stato un po’ come togliere potere contrattuale all’Abi.
Contratti bancari: 5 mesi in più per trovare un’intesa
Il verbale di accordo siglato da Abi, Fabi, First-Cisl, Fisa Cgil, Uilca, Unisin Falcri-Silcea-Sinfub sottolinea che resta “ferma ed impregiudicata la decorrenza al 1° gennaio 2023 degli effetti degli accordi che saranno raggiunti all’esito del predetto confronto, – si legge ancora – in mancanza dei quali la situazione rimarrà quella in essere al 31 dicembre 2022, ivi incluso quanto previsto dall’art. 6, comma 4, ccnl 19 dicembre 2019, come integrato dal Verbale di Accordo 28 giugno 2022”.
Abi e sindacati precisano comunque che “resta pertanto inteso che dal presente verbale non derivano in alcun modo effetti di proroga o di ultrattività di disposizioni di cui alla contrattazione nazionale delle quali sia espressamente prevista la scadenza al 31 dicembre 2022”.
Viene infine specificato che alle prestazioni lavorative rese dai lavoratori in tale periodo di “mera” sospensione dei termini “troveranno integrale applicazione i trattamenti economici e normativi previsti dal Ccnl 19 dicembre 2019”.
Abi: “Un contratto al passo con i tempi”
“Nella riunione odierna Abi si è soffermata – anche alla luce della illustrazione della piattaforma sindacale avvenuta durante l’incontro di mercoledì 19 luglio – sui principali aspetti di contesto che hanno un diretto impatto sul lavoro e sulla stessa organizzazione delle banche, evidenziando le tematiche sulle quali l’Associazione ritiene opportuno focalizzare maggiormente l’attenzione per raggiungere l’obiettivo comune di un contratto collettivo nazionale di lavoro al passo con i tempi”, ha commentato l’associazione bancaria in una nota.
“Nella riunione di oggi – sottolinea Ilaria Maria Dalla Riva, presidente del Comitato Affari Sindacali e del Lavoro dell’Abi (Casl) – abbiamo richiamato alcuni aspetti nell’ottica di offrire un utile contributo al confronto per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di categoria avviato a seguito della presentazione della piattaforma sindacale. Ritengo – prosegue Dalla Riva – che quanto emerso in occasione di queste prime due riunioni costituisca una chiara e solida base per lo sviluppo di un confronto costruttivo che consentirà di concludere il negoziato”.