Il confronto sul rinnovo del contratto bancari fra Abi e sindacati resta molto serrato tanto che nell’incontro di ieri si è nuovamente sfiorata la rottura. I temi sono tanti ma il tempo rimasto è davvero poco. Ormai manca praticamente un mese al 31 marzo, giorno in cui Abi disapplicherà il vecchio contratto in caso di mancato accordo con i sindacati sul rinnovo rendendo il settore, parole del segretario Fabi Lando Maria Sileoni, “come una giungla”.
Ma andiamo con ordine. Nella giornata di ieri sindacati dei bancari e rappresentanti dell’associazione creditizia non hanno iniziato l’incontro con il passo giusto. Infatti, si è manifestata con evidenza la grossa distanza sulla parte economica fra quanto propone Abi e le richieste dei sindacati. A quanto pare dalla delegazione guidata da Alessandro Profumo è giunta una proposta di aumento che includerebbe gli scatti d’anzianità e il TFR nel calcolo del recupero dell’inflazione. Conti alla mano per i lavoratori significherebbe portare a casa un aumento triennale a regime di 30 euro lordi. Una cifra troppo distante dalle proposte avanzate dai sindacati.
Per evitare una nuova rottura i sindacati hanno deciso di mettere momentaneamente da parte la questione economica e di discutere con Abi sugli altri temi relativi al rinnovo: l’area contrattuale e “l’anima sociale” che dovrà avere l’eventuale nuovo contratto. Particolare l’attenzione riservata ai giovani, alla nuova occupazione e al salario d’ingresso. Le distanze ci sono anche su questi punti ma sembrano tutt’altro che incolmabili. Oggi, un neoassunto a tempo indeterminato percepisce per i primi 4 anni un salario ridotto del 18% rispetto allo stipendio a regime. I sindacati hanno chiesto di ridurre il gap dal 18% all’8%. Da Abi c’è la disponibilità a migliorare il salario d’ingresso dei bancari neoassunti ed è stato proposto di scendere a una percentuale compresa fra il 10-12%. Insomma, su questo punto la soluzione è vicina.
Gli altri due temi affrontati nell’incontro di ieri sono stati il fondo per l’occupazione e il JobsAct. Sul primo punto i sindacati hanno sottolineato l’importanza di confermare il Fondo per la nuova occupazione, anche per ciò che riguarda la contribuzione al 4% dei top manager, e hanno chiesto di aumentarne il potere d’intervento. In relazione al Jobs Act le organizzazioni sindacali hanno espresso alcune preoccupazioni e hanno chiesto garanzie affinché, in caso licenziamenti e riassunzioni, i dipendenti oggetto di cessione mantengano il vecchio contratto e non vengano assunti con quello a tutele crescenti. Entrambi i temi saranno oggetto di discussione nei prossimi incontri fra le due parti.
Sarà un mese di marzo assolutamente caldo e fitto di impegni per evitare la rottura. Prossimo appuntamento il 5 marzo in cui Abi e sindacati si incontreranno per discutere degli inquadramenti. Il 10 marzo il tema dell’incontro sarà quello dell’area contrattuale e si discuterà anche del Jobs Act. Da cerchiare in rosso sul calendario il 12 marzo. In questa giornata Abi e sindacati torneranno ad affrontare il tema della parte economica, cioè scatti d’anzianità, recupero dell’inflazione e tfr. Altri due incontri, infine, sono in calendario per il 23 e 24 marzo.