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Contratti Usa: dall’auto di Detroit ai divi di Hollywood, Wall Street si piega. E cede anche Las Vegas

“Finalmente la nostra famiglia può avere un futuro”, dicono in coro al New York Times Dave e Hedge Bailey, giovane coppia di dipendenti Ford, appena uscita dal seggio allestito dalla Uaw per approvare il nuovo contratto di lavoro. “Abbiamo dimostrato che la tenacia paga”,  commenta soddisfatta Jamie Lee Curtis, oggi baronessa Haden-Guest, indimenticabile protagonista di “Una poltrona per due”, nell’inedita veste di sindacalista al fianco di George Clooney. C’è un fil rouge che accomuna la storia dei rinnovi dei contratti Usa per i metalmeccanici di Detroit e per i 160 mila attori di Hollywood che hanno disertato gli studi di produzione per 118 giorni mettendo in crisi Hollywood.

Contratti Usa: metalmeccanici e attori, cosa li unisce 

Tanto per cominciare, in entrambi i casi lo sciopero ha avuto pieno successo. I tre big dell’auto Usa si sono piegati a tutte le richieste delle tute blu. E lo stesso è successo ai quattro grandi dello spettacolo: i big boss di Disney, Warner, Netflix e Universal in persona si sono seduti mercoledì al tavolo delle trattative per chiudere una vertenza che rischiava di far saltare i conti delle majors. Sia le tute blu dell’auto che i protagonisti delle fictions (non solo attori ma anche sceneggiatori e tecnici) escono dalla sfida con consistenti aumenti in busta paga. I due operai di Detroit, marito e moglie con due figli, passano rispettivamente a 39 e 35 dollari l’ora contro 35 e soli 20 dollari per la signora Hedge. Continueranno a fare straordinari “ma ci concederemo un week end al mese con i figli” dichiara orgoglioso Dave. “Finalmente – potrò fare i compiti con loro “aggiunge Hedge. “Finora per sbarcare il lunario abbiamo dovuto lavorare 12ore al giorno, sabato compreso. Non vedo l’ora di andare in piscina con i bambini”.  Tra qualche mese, “perché ora gli straordinari ci servono per ricostituire i risparmi”.

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Anche gli attori festeggiano l’aumento delle paghe, l’8% lordo. Walt Disney, invece, si lecca le ferite: slittano le uscite dei Supereroi e di Captain America per i ritardi accumulati dalle produzioni mentre Paramount, nonostante l successo di Barbie, chiude i conti in rosso per l’assenza di nuovi prodotti con cui alimentare a catena di cinema e tv.

Contratti Usa: garanzie normative e sull’intelligenza artificiale

Ma sia gli uni che gli altri possono vantare altri successi ancor più importanti. I lavoratori dell’auto guidati da Shawn Fain hanno imposto a Stellantis di riaprire l’impianto di Belvedere e a Ford e Gm di ridiscutere i contratti per l’auto elettrica già raggiunti con i costruttori asiatici, con l’obiettivo di far entrare il sindacato nelle nuove fabbriche nonché in Tesla. Ancor più rivoluzionarie le conquiste di Hollywood: le case hanno dovuto garantire uno stipendio nel caso di personaggi replicati via Intelligenza Artificiale ed un supplemento di paga per le repliche dei programmi sulle piattaforme di streaming, due ipoteche pesanti sull’evoluzione dell’industria dell’entertainment. 

L’onda lunga dei contratti Usa arriva a Las Vegas

Soffia così ll vento del cambiamento nel modo del lavoro Usa. Proprio ieri l’onda lunga ha toccato Las Vegas: la catena di alberghi e casinos che fa capo a Caesar ha accettato senza colpo ferire le richieste sindacali pur di evitare scioperi nella stagione delle feste. E lo stesso è avvenuto per i ristoranti della California. La breccia aperta in estate dallo sciopero dei 340 mila autisti di Ups che minacciavano di far saltare le catene logistiche americane in assenza di aumenti (e dell’aria condizionata nelle cabine di guida) si è così allargata ad ampi settori del mondo del lavoro. A quarant’anni dalla sconfitta dei controllori di volo domati da Ronald Reagan, i sindacati recuperano potere anche grazie al sostegno della Casa Bianca.

L’economia Usa corre e ora distribuisce ricchezza

Il cambio di passo è senz’altro legato al buon stato di salute dell’economia Usa. Ups, ad esempio, ha triplicato i profitti nel 2021/22, versando agli azionisti 8 miliardi di dollari. Le tre case di Detroit hanno fatto ancor meglio (più di 20 miliardi di utili) garantendo stipendi plurimilionari ai vari Ceo. Di qui il maggior potere contrattuale dei lavoratori, conciso con l’avvento di nuovi leader e nuovi metodi di lotta con cui hanno dovuto fare i conti i Big di Wall Street, una volta tanto sconfitti dalla signora Hedge che, durante la stagione degli scioperi, ha fatto le pulizie in un bar. Sembra un film.  

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Categories: Finanza e Mercati