Non c’è solo la manovra con cui fare i conti nei prossimi mesi. L’autunno porta con sé anche una tornata di rinnovi contrattuali tutt’altro che semplice. I sindacati chiedono aumenti salariali dopo anni di retribuzioni bloccate, mentre gli industriali frenano, preoccupati dalla recessione tedesca e dai continui cali della produzione italiana.
Uno dei settori più in fermento è quello alimentare. I rappresentanti dei lavoratori pretendono un aumento lordo mensile pari a 205 euro, ma Federalimentare si è detta indisponibile “ad alcuna apertura sulla incomprensibile entità” della richiesta, “che non si spiega rispetto alle regole interconfederali”.
Nella classifica degli aumenti chiesti ai datori di lavoro, il secondo posto è occupato dai sindacati dei bancari, che vogliono 200 euro lordi in più al mese.
Più bassa la richiesta dei metalmeccanici, che non vanno oltre i 153 euro, ma aggiungono al conto anche 50 euro l’anno in welfare.
Seguono altri tre settori: telecomunicazioni (141 euro), occhialeria (115 euro) e gomma e plastica (100 euro).
Come andrà a finire? È presto per dirlo, ma di sicuro sulle trattative peseranno non poco le decisioni del governo su salario minimo e cuneo fiscale.