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Contratti a termine: il governo vuole sbloccarli

Il Mef e il ministero del Lavoro stanno valutando tre ipotesi per favorire le assunzioni in vista dell’estate e prima che scada, il 31 marzo, il regime semplificato. Ecco le tre soluzioni possibili

Contratti a termine: il governo vuole sbloccarli

Assunzioni bloccate, impennata della disoccupazione: si va verso un alleggerminento dei vincoli sui contratti a termine? Sembra proprio di sì, anche e soprattutto per la necessità di fornire strumenti flessibilità a quei settori, come turismo e servizi, più colpiti dalla crisi economica. Per queste le ragioni il governo sta lavorando per modificare nuovamente il decreto Dignità. In pratica, il Mef e il ministero del Lavoro stanno valutando di eliminare alcuni vincoli e in particolare quelli sulle causali per i rinnovi e le proroghe dei contratti a termine.

Non sono solo la Lega e Forza Italia a chiederlo – spinte anche dalle pressioni di Confindustria in questa direzione – ma anche il Pd, quindi ampi settori della maggioranza che sostiene il governo Draghi. La spinta viene anche in considerazione del fatto che il 31 marzo scadrà il regime transitorio e semplificato e dal 1° aprile tornerebbero le barriere ai rinnovi contrattuali introdotti con il decreto legge 87.

In quale direzione si sta dunque andando? Le possibili ipotesi sul tappeto sono tre: la prima consiste nel superamento di tutte le causali legali introdotte dal governo Conte1 nel luglio 2018. Sulla materia interverrebbe perciò la contrattazione collettiva. La seconda ipotesi punta invece ad una proroga al 30 giugno delle deroghe introdotte, allungando anche i tempi della Cia-Covid. Infine, la terza ipotesi è di congelare le causali fino a fine anno. I tempi delle decisioni non dovrebbero tardare: le modifiche dovrebbero essere introdotte con il prossimo decreto Sostegni a cui sta lavorando il governo

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