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Conti pubblici, servono 75,4 miliardi in 4 anni. – L’analisi della CGIA

Secondo l’analisi della CGIA di Mestre, il Governo avrà bisogno di 75,4 miliardi nei prossimi 4 anni per evitare che scattino le clausole di salvaguardia.

Conti pubblici, servono 75,4 miliardi in 4 anni. – L’analisi della CGIA

Nei prossimi 4 anni il Governo dovrà recuperare 75,4 miliardi di euro per evitare che scattino le clausole di salvaguardia che si tradurrebbero in un pesantissimo aggravio fiscale per imprese e famiglie, che il Governo ha ripetutamente assicurato di voler e poter evitare.

Questo il risultato dell’analisi effettuata dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre che ha ricostruito il quadro di tutte le clausole di salvaguardia “che gli ultimi Esecutivi hanno “disseminato” all’interno dei provvedimenti fiscali approvati in questi ultimi anni”.

Ricordiamo che le ormai celeberrime clausole non sono altro che gli impegni che il nostro Paese, fin dai tempi del Governo Berlusconi, ha assunto nei confronti dell’Unione Europea. Nel caso in cui l’Esecutivo non riuscisse a reperire i soldi necessari per sterilizzare queste misure, l’aumento della tassazione, secondo la CGIA, sarebbe cosa certa al fine di rispettare le promesse fatte a Bruxelles in materia di conti pubblici.

Il primo appuntamento è previsto per il 30 settembre, termine ultimo per reperire 1,4 miliardi di euro. Nel caso in cui l’appuntamento venisse mancato, dal 1°ottobre scatterebbero sia l’aumento delle accise sui carburanti che quello degli acconti Irpef e Ires in capo alle aziende, ma, vista la modestia della somma da raggiungere, è abbastanza improbabile che succeda.

Ma l’ostacolo più grande, secondo l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre, dovrà essere affrontato nella prossima Legge di Stabilità. “Entro la fine di quest’anno, infatti, Renzi sarà costretto a reperire ulteriori 16 miliardi di euro”. Se queste risorse non ci fossero, dal 1°gennaio 2016 scatterà l’aumento dell’Iva e un aumento della tassazione,” attraverso l’elevazione di aliquote o la riduzione di detrazioni e deduzioni fiscali”. Il che si tradurrebbe in un inasprimento fiscale pari a 17,4 miliardi di euro rispetto al 2014. Bisognerà però anche considerare che il Governo Renzi, in virtù delle rifome realizzarte o avviate, sta già trattando margini di flessibilità di bilancio con la Commissione europea.

La CGIA calcola poi anche le necessità dei prossimi anni: 26,8 miliardi di risorse nel 2016 e quasi 30 miliardi nel 2017. A regime, rispetto al 2014, dovrebbe essere effettuata una spending review pari a 30 miliardi di euro.

 “Questi eventuali inasprimenti fiscali – segnala Paolo Zabeo della CGIA – potranno essere evitati integralmente con l’approvazione di norme che assicurino gli stessi effetti positivi sui saldi di finanza pubblica”. Come? “Noi auspichiamo attraverso la contrazione delle uscite, mediante interventi di razionalizzazione e di revisione della spesa pubblica.”.

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