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Conte rimette l’incarico: salta il governo Lega-M5S

E’ ufficiale: il premier incaricato Giuseppe Conte ha rinunciato all’incarico – Mattarella medita il ritorno al voto: “Ascolterò il Parlamento e deciderò”, ma convoca Cottarelli al Quirinale per lunedì – Sul no a Savona: “Il mio dovere è tutelare i risparmi degli italiani, avevo chiesto un nome politico” – Insorge Salvini e Di Maio pensa all’impeachment per il presidente della Repubblica.

Conte rimette l’incarico: salta il governo Lega-M5S

Il colloquio è durato esattamente un’ora e, come era nell’aria già nel pomeriggio, ha avuto esito negativo: il presidente del Consiglio incaricato, Giuseppe Conte, ha rinunciato all’incarico ricevuto la scorsa settimana dal Capo dello Stato Sergio Mattarella. Salta dunque il governo Lega-5 Stelle: decisivo è stato, come era emerso negli ultimi giorni, lo scontro sul nome del ministro dell’Economia, che la nuova maggioranza avrebbe voluto essere Paolo Savona, un economista di rango che però ha assunto posizioni euroscettiche che hanno dapprima spaventato i mercati, nelle sedute della scorsa settimana, e di conseguenza costretto il presidente della Repubblica a porre una sorta di veto sulla sua nomina, esercitando i poteri che la Costuitzione gli affida.

“Ringrazio il presidente della Repubblica per avermi conferito l’incarico e vi posso assicurare di aver profuso il massimo sforzo e di averlo fatto in un clima di piena collaborazione con gli esponenti delle forze politiche che hanno indicato il mio nome”, ha detto Conte, uscendo dall’incontro al Quirinale, poco dopo le 20. L’ex premier incaricato ha anche ringraziato i due leader Di Maio e Salvini per aver fatto il suo nome a Mattarella: il suo intervento, senza domande da parte dei giornalisti, è durato solo un minuto ed è stato completamente asciutto, senza note polemiche.

Poco dopo è intervenuto ai microfoni anche lo stesso Mattarella, spiegando così le ragioni della mancata formazione dell’esecutivo: “Nessuno può dire che ho ostacolato la formazione del Governo. Ho accettato i nomi di tutti i ministri, tranne di quello dell’Economia: avevo detto sin da subito che su quel ministero avrei posto particolare attenzioneIl mio dovere è tutelare i risparmi degli italiani, avevo chiesto un nome politico. Io devo firmare i decreti per le nomine dei ministri assumendone la responsabilità istituzionale, in questo caso il presidente della Repubblica svolge un ruolo di garanzia che non hai subito né può subire imposizione. Nelle prossime ore farò sapere la mia decisione sul ritorno al voto: molte forze politiche lo chiedono, ascolterò il Parlamento e deciderò”. Poco dopo è filtrata la notizia che Carlo Cottarelli, già Mister Spending Reviiew, è stato convocato lunedì al Quirinale.

Prima dell’ufficiale uscita di scena del professor Conte, che sancisce di fatto l’aborto del “governo del cambiamento”, nel pomeriggio Mattarella aveva incontrato anche, per l’ennesima volta i due leader Luigi Di Maio e Matteo Salvini, e dai rispettivi entourage erano già filtrate sensazioni negative. Senza risposte è rimasta la domanda di Mattarella sul perchè la Lega si ostinasse a volere Savona al Tesoro e non accettasse di cambiarlo con il più pragmatico Giancarlo Giorgetti, braccio destro dello stesso Salvini.

In mattinata era stato lo stesso economista Paolo Savona a dirimere un comunicato, nel quale aveva provato a chiarire le sue posizioni sull’Europa (“Voglio un’Europa più forte ma più equa”, aveva sostanzialmente espresso), ma evidentemente non è bastato per superare le resistenze del Colle e a dissipare i rischi percepiti dai mercati di una possibile uscita dell’Italia dall’euro.

Ora è già partito lo scontro istituzionale, col Movimento 5 Stelle che tuona contro il Quirinale. “La scelta di Mattarella è incomprensibile”, ha attaccato Di Maio. “La verità è che non vogliono il M5S al governo, sono molto arrabbiato ma non finisce qui”. Addirittura, con un video pubblicato sui social in serata, Di Maio ha paventato l’ipotesi di un impeachment per Mattarella. Anche Matteo Salvini, intervenuto da Terni (prima ancora che parlasse Mattarella) dove si svolgeva il congresso regionale della Lega, ha usato toni da campagna elettorale, ribadendo che “bisogna ridare la parola ai cittadini italiani. Mai più servi di nessuno, l’Italia non è una colonia, anche se adesso è un Paese a sovranità limitata. Qualcuno (riferendosi a Mattarella, ndr) dovrà assumersi la responsabilità di quanto è accaduto”. “Se il professor Savona non può fare il ministro perché ha il difetto di difendere i cittadini italiani mettendo in discussione le regole europee, allora vuol dire che è il ministro giusto. Se io vado al governo ci porto il prof. Savona”, ha aggiunto Salvini da Terni.

Ma qualcuno – e cioè Lega e Cinque Stelle – dovrà anche spiegare perchè voleva turlupinare gli italiani portando l’Italia fuori dall’euro provocando il dimezzamento di salari, pensioni e risparmi senzxa che i cittadini l’avessero mai deciso.

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