È ufficiale. A quasi tre mesi dalle elezioni, l’Italia ha un nuovo Governo. Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e i 18 ministri del suo Esecutivo hanno giurato al Quirinale nelle mani di Sergio Mattarella.
Il primo a giurare è stato, come da tradizione, il premier Conte, seguito da Matteo Salvini, vicepremier e ministro dell’Interno, Luigi Di Maio, vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico e dai titolari degli altri dicasteri. Tutti hanno recitato la formula di rito: “Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione”
Ma, dopo le vicissitudini degli ultimi giorni e il quasi naufragio del Governo politico, ad attirare l’attenzione di tutti è stata soprattutto la stretta di mano tra Paolo Savona, neo ministro degli Affari europei e Mattarella, che si è opposto alla sua nomina all’Economia. “Grazie presidente”, dice Savona prima di allontanarsi per tornare al proprio posto.
Il giuramento archivia definitivamente ottantotto giorno di crisi politica, trasformatasi poi in istituzionale e finanziaria, in cui abbiamo visto tutto e il contrario di tutto: dalla richiesta di impeachment nei confronti del Presidente della Repubblica all’impennata dello spread. Da oggi però l’Italia ha di nuovo un Governo nella pienezza dei suoi poteri.
“Va arrestato con fermezza ogni rischio di regressione civile in questa nostra Italia e in questa nostra Europa, affermando un costume di reciproco rispetto, mettendo a frutto le grandi risorse di generosità e dinamismo dei nostri concittadini”. Queste le parole scritte dal Capo dello Stato in un messaggio inviato ai prefetti alla vigilia della Festa della Repubblica. Mattarella però ha avvertito: “Tensioni e prove trovano nel quadro delle istituzioni repubblicane piena possibilità di espressione e composizione, in una nazione unita e solidale”.
In mattinata, durante un colloquio con alcuni lavoratori raccolti in protesta davanti a Montecitorio, il neopremier ha cercato di rasserenare gli animi: “Vi dovete fidare”, ha detto. “Grande forza, grande entusiasmo e determinazione vogliamo lavorare nell’interesse del paese degli italiani cercheremo di fare il nostro massimo. Il Paese ha bisogno di fiducia, ha bisogno che si creino i presupposti per poter andare tutti fieri e orgogliosi di questo paese”. Poi, rispondendo ai giornalisti che gli hanno chiesto se il governo nasce debole Conte ha risposto: “Dimostreremo coi fatti che non lo è”.
Il Governo Conte dovrà ora ottenere la fiducia in Parlamento, anche se, in base ai numeri su cui può contare la maggioranza, il voto appare scontato. L’appuntamento dovrebbe tenersi la settimana prossima, tra martedì e mercoledì.