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Conte affossa il campo largo: “Non esiste più”. La reazione di Schlein e cosa può succedere ora

Imagoeconomica

Divampa lo scontro tra M5S e Pd sull’alleanza alle Regionali di Liguria, Emilia Romagna e Umbria con Italia viva. “Il campo largo non esiste più”, taglia corto Giuseppe Conte, leader dei pentastellati. “Non accettiamo veti”, replica Matteo Renzi, presidente di Iv. E dal Pd: “Le pregiudiziali di Conte sono inaccettabili“. La rottura definitiva avviene mentre il nuovo cda della Rai nomina a maggioranza Simona Agnes presidente e Giampaolo Rossi amministratore delegato.

Conte affossa il campo largo, lo strappo

Lo strappo si concretizza quando Giuseppe Conte pronuncia parola nette davanti alle telecamere di Rai Uno: “Il campo largo – dice – non esiste più, lo certifichiamo stasera”. Il sigillo sulla separazione arriva – dopo il caso Liguria – assieme alla decisione di non far correre il Movimento insieme a Italia viva né in Emilia Romagna né in Umbria.

La replica del Pd giunge per bocca del capogruppo al Senato, Francesco Boccia: “Se non vogliamo lasciare la destra e Meloni a Palazzo Chigi sine die, è evidente che bisogna rafforzare l’alternativa, che dobbiamo costruire dando risposte ai problemi delle persone”. Il deputato Marco Furfaro è ancora più netto: “Quando Conte dice che non voterà col Pd io mi rattristo, ma Giorgia Meloni festeggia. Non si può decidere in un salotto di Porta a Porta se si fa l’alleanza in una regione”.

Conte affossa il campo largo, duro colpo per Elly Schlein

Un duro colpo per Elly Schlein, leader dem, che da sempre punta a dare vita a una coalizione quanto più larga Certo, per le Politiche c’è ancora tempo ma oggi come oggi il Nazareno deve fare i conti con le attuali prese di posizione e, dunque, con le parole sciorinate da Conte: “Renzi è una bomba esplosiva a orologeria. Come facciamo a presentarci con Renzi per quello che rappresenta? Come si fa a fare una campagna elettorale e dire noi governeremo il Paese per i prossimi 5 anni?”. Il leader M5S ci tiene a sgombrare il campo da facili interpretazioni e a ribadire che non si tratta di (note) questioni personali: “È un problema politico forte, non di veti personali, per rendere credibile il progetto di alternativa”. Poi arriva una sorta di concessione: col Pd “abbiamo un percorso da fare, tantissimi chiarimenti” da portare a termine, ma per allearci oggi “non siamo pronti. Questo non significa che non riconosciamo i passi concreti compiuti”.

A seguire, Conte tira in ballo proprio Schlein, citandola apertamente: “Ci siamo ritrovati con Renzi in mezzo al campo senza venirne informati, ma all’esito di una partita di calcio e col Pd che ha detto non fate polemiche e non ponete veti. Ma il problema è politico e serio”. E ancora: “È chiaro che nel momento in cui il M5S dice che si è aperta una ferita e la risposta di Schlein è io non faccio polemiche, ebbene, c’è qualcosa che non va”. La leader dem, dal canto suo, al momento non entra nel merito di quanto accaduto. Ci pensa però Stefano Bonaccini, eurodeputato e presidente del Pd, a bollare i “veti e le pregiudiziali di Conte” come “inaccettabili“. Un altro europarlamentare dem, l’ex sindaco di Firenze Dario Nardella, non indugia a dire che “diventa irrilevante chi lascia il centrosinistra”.

Campo largo, cosa succederà alle Regionali?

La partita ligure ormai è chiusa giacché le liste sono state depositate. Ma quelle dell’Umbria e dell’Emila Romagna sono ancora da concludere: si vota il 17 e 18 novembre prossimi, ciò significa che le trattative andranno avanti ancora per alcune settimane. E se in Liguria Iv ha fatto un passo indietro, in Emilia Romagna Renzi non ha intenzione di concedere il bis: “Alle Regionali ci presenteremo a fianco” del candidato di centrosinistra “De Pascale – ha detto il leader Iv – con i nostri candidati e con il nostro simbolo, come già concordato”.

Schlein, quindi, avrebbe dovuto provare a trovare un compromesso fra il M5S che non vuole i renziani e Iv che non intende tirarsi fuori dalla partita. Ma lo strappo di Conte è arrivato improvviso e inaspettato, anche in Transatlantico. Una mossa, quella dell’ex premier pentastellato, che pare non abbia convinto nemmeno i rossoverdi di Avs nonostante da sempre si mostrini ostili alla convivenza con i renziani all’interno della coalizione di centrosinistra. Cosa accadrà ancora?

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