Il crollo dei consumi si arresta a dicembre. L’indicatore dei Consumi Confcommercio registra una diminuzione dell’1,3% in termini tendenziali ed un aumento dello 0,1% rispetto ad novembre, mentre la media mobile a tre mesi, corretta dai fattori stagionali, segnala un moderato miglioramento.
“Una tendenza che però va letta alla luce del sensibile ridimensionamento in atto da anni sul versante della domanda delle famiglie” spiega Confcommercio. Rispetto all’ultimo trimestre 2007, l’indicatore registra un calo superiore all’11% e, allo stato attuale “non si intravede la possibilità di un recupero di rilievo, data l’assenza di politiche, soprattutto sul versante fiscale, idonee ad agevolare e sostenere il ciclo economico. In ogni caso, le evidenze del trimestre ottobre-dicembre 2013 testimoniano il termine del crollo dei consumi”.
Anche il clima di fiducia delle famiglie è una continua altalena. A gennaio scorso ha mostrato segnali di recupero, ma le incertezze sul futuro che condizionano i comportamenti delle famiglie. Nello stesso mese è proseguito il lento miglioramento della fiducia delle imprese, al cui interno si registra però un peggioramento delle aziende che operano nel manifatturiero.
La dinamica tendenziale dell’Indicatore Confcommercio di dicembre riflette una diminuzione dell’1,0% della domanda relativa ai servizi e dell’1,4% della spesa per i beni. Nel complesso del 2013 la domanda per i servizi è diminuita del 2,4% e quella per i beni del 3,3%. A dicembre 2013, variazioni positive, rispetto all’analogo mese dello scorso anno, si rilevano solo per la spesa reale in beni e servizi per le comunicazioni (+4,1%) ed in beni e servizi per la mobilità (+1,3%). Per quest’ultimo capitolo si tratta del primo dato positivo da settembre del 2011.
Nel complesso dal 2010 al 2013 questo aggregato di spesa segnala un calo superiore al 22% dei volumi acquistati dalle famiglie. Relativamente alle altre macro-funzioni di consumo le riduzioni più significative si sono registrate per l’abbigliamento e le calzature (-3,0%), gli alberghi, pasti e consumazioni fuori casa (-2,9). I dati destagionalizzati mostrano a dicembre un aumento dello 0,1%. In termini di media mobile a tre mesi, l’indicatore migliora moderatamente.
Numeri da maneggiare con estrema cautela. Alla fine del terzo trimestre si era arrivati ad un punto molto basso della domanda per consumi. “Non è ancora chiaro se, con la fine del 2013, si sia giunti alla tanto attesa svolta sul versante della domanda delle famiglie, o si tratti, come già avvenuto in passato, di un momentaneo tentativo di recupero – spiega Confcommercio – dei livelli di consumo che non riesce a tradursi in ripresa data l’assenza di miglioramenti sul versante del reddito disponibile”.