Luciano Violante non è più candidato alla carica di giudice costituzionale. La decisione è stata presa dal diretto interessato, che ha annunciato il passo indietro in una lettera aperta inviata al Corriere della Sera.
Nel testo l’ex presidente della Camera spiega che “il protrarsi della indecisione” nell’elezione dei giudici costituzionali, con il suo nome (in quota Pd) che in due mesi non è mai riuscito a raggiungere il quorum di voti richiesto, “sta producendo un grave discredito delle istituzioni accentuato dal manifestarsi in aula, nel corso delle ultime votazioni, di comportamenti, limitati ma gravi, di dileggio del Parlamento”.
E’ questa “una deriva che offende l’autorevolezza delle istituzioni e la dignità delle persone”, ha concluso Violante, invitando a “scegliere altra personalità ritenuta più idonea ad ottenere il consenso necessario”.
Lo stesso premier Matteo Renzi si era detto disponibile a cambiare il nome del candidato Pd pur di sbloccare lo stallo parlamentare sui nuovi membri della Consulta. Negli ultimi giorni il segretario democratico ha modificato la strategia, scegliendo la strada dell’apertura al Movimento 5 stelle.
Proprio i grillini hanno posto fin dall’inizio il veto sull’ex vicepresidente di Montecitorio, sollevando il caso dei mancati requisiti: secondo anche quanto confermato dall’Università di Camerino, Violante è professore ordinario ma a riposo e quindi non rientra nei casi di eleggibilità per la Corte costituzionale.