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Consorzi per l’internazionalizzazione: i nuovi contributi

Il dl Sviluppo e il Decreto dell’11 gennaio scorso hanno definito i nuovi contributi per i consorzi per l’internazionalizzazione: fino al 50% dei progetti approvati dal MiSE per Consorzi di almeno cinque PMI con sede in almeno tre regioni diverse.

Consorzi per l’internazionalizzazione: i nuovi contributi

Il Decreto Ministeriale del 22 novembre scorso e il Decreto del Direttore Generale per le politiche di internazionalizzazione e la promozione degli scambi dell’11 gennaio hanno stabilito i criteri e le modalità per la concessione dei contributi ai Consorzi per l’internazionalizzazione. Il Decreto Sviluppo ha introdotto rilevanti novità in materia di consorzi con vocazione all’export, abrogando i Consorzi export, quelli agro-alimentari, turistico-alberghieri e agro-ittico-turistici per istituire la nuova figura dei Consorzi per l’internazionalizzazione. Questo nuovo soggetto giuridico presenta profonde novità rispetto alle precedenti figure consortili, con l’obiettivo di evidenziare l’ampliato ambito di operatività di queste nuove figure commerciali che possono avere ad oggetto una vasta gamma di attività, dalla diffusione internazionale dei prodotti e dei servizi delle PMI al supporto della loro presenza nei mercati esteri, anche attraverso collaborazione partenariato con imprese estere. A tutto questo vengono aggiunti l’importazione di materie prime e di prodotti semilavorati, la formazione specialistica per l’internazionalizzazione, la tutela di qualità e innovazione. Altro elemento di novità è rappresentato dalla possibilità di ampliare la compagine consortile associando al consorzio anche enti pubblici e privati, banche e imprese di grandi dimensioni, sia pur non destinatari del contributo pubblico.

I Consorzi per l’internazionalizzazione possono ottenere un contributo fino al 50% delle spese sostenute e approvate dal MiSE per lo svolgimento di attività promozionali di rilievo nazionale per l’internazionalizzazione delle PMI. Le novità di maggiore rilievo sono rappresentate dall’introduzione di un limite minimo e massimo di spesa del progetto e dall’individuazione di criteri di valutazione con un punteggio soglia minimo al di sotto del quale il consorzio non sarà ammesso al contributo. La scelta di introdurre tali criteri è stata dettata dalla necessità di non parcellizzare le risorse pubbliche con l’erogazione di contributi di entità esigua e dalla volontà di operare in un’ottica di valorizzazione della capacità progettuale e strategica dei consorzi stessi.

I requisiti necessari stabiliscono che tali Consorzi debbano essere costituiti ai sensi degli art. 2602 e 2612 e seguenti del Codice Civile, o in forma di società consortile o cooperativa da PMI industriali, artigiane, turistiche, di servizi e agro-alimentari aventi sede in Italia. In essi possono, inoltre, partecipare imprese del settore commerciale. E’ ammessa la partecipazione di enti pubblici e privati, banche e grandi imprese, purché non usufruiscano di contributi statali.

Fondamentali sono, inoltre:

  • la vocazione internazionale dei prodotti e dei servizi delle PMI in questione;
  • il supporto alla propria presenza nei mercati esteri anche attraverso la collaborazione e il partenariato con imprese estere;
  • il divieto di distribuzione degli avanzi e degli utili di esercizio di ogni genere e sotto qualsiasi forma alle imprese consorziate o socie anche in caso di scioglimento del Consorzio o della società consortile o cooperativa; e
  • il possesso di un fondo consortile interamente sottoscritto, versato almeno per il 25%, formato da singole quote di partecipazione non inferiori a € 1.250,00 e non superiori al 20%  del fondo stesso.

L’erogazione dei contributi del Ministero non è prevista per imprese in liquidazione o soggetti a procedure concorsuali.

I progetti di internazionalizzazione finanziabili devono prevedere specifiche attività promozionali di rilievo nazionale per l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese, con una spesa ammissibile non inferiore a € 50.000,00 e non superiore a € 400.000,00 e deve coinvolgere, in tutte le sue fasi, almeno cinque PMI consorziate provenienti da almeno tre diverse regioni italiane, appartenenti allo stesso settore o alla stessa filiera. Ricordiamo infatti che dalla legge Bassanini in poi (legge 59/97) è previsto che la promozione dell’internazionalizzazione sia delegata alle Regioni, a meno che non si tratti di iniziative a livello multiregionale. È possibile prevedere il coinvolgimento, attraverso un contratto di rete, di PMI non consorziate purché in numero non prevalente rispetto a quello delle imprese consorziate coinvolte. I progetti presentati da consorzi con sede legale in Sicilia o Valle d’Aosta possono anche avere una strutturazione mono-regionale, prevedendo il coinvolgimento di sole imprese con sede legale in una delle due regioni citate e possono prevedere anche una durata massima di tre anni. In tal caso le attività previste devono essere strutturate e collegate tra loro in un’ottica di sviluppo strategico in merito agli obiettivi che si intendono raggiungere.

Le iniziative sottoposte alle agevolazioni del Ministero riguardano partecipazioni a fiere e saloni internazionali, show-room temporanei, incoming di operatori esteri, incontri bilaterali fra operatori, workshop e/o seminari in Italia con operatori esteri e all’estero, azioni di comunicazione sul mercato estero, attività di formazione specialistica per l’internazionalizzazione, la realizzazione e registrazione del marchio consortile.

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