Due mesi dopo la burrascosa uscita di Mario Nava, troppo indipendente per essere gradito dal Governo in carica, in settimana si potrebbe chiudere la battaglia tra Lega e Cinque Stelle per la nomina del nuovo presidente della Consob. Ma per ora è braccio di ferro tra i due azionisti di maggioranza del Governo pentastellato.
I Cinque Stelle non fanno mistero di volere come nuovo numero uno della Consob, Marcello Minenna, capo dell’Ufficio Analisi quantitative dell’Authority, già assessore della Giunta Raggi a Roma e autore di diversi saggi pubblici in cui minimizzava i costi dell’uscita dell’Italia dall’euro. Per lui si batte soprattutto la presidente della Commissione Finanze e Tesoro della Camera, la grillina Carla Ruocco a cui è legato da rapporti personali molto stretti. Ma non è detto che basti.
La Lega preferirebbe presidenti di ben altra caratura e ha messo in pista due bocconiani doc: in prima battuta ha cercato di sostenere la nomina di Alberto Dell’Acqua, docente di Management finanziario, ma, viste le difficoltà, sembra ora puntare, per dribblare i veti dei Cinque Stelle, su una candidatura ancora più autorevole come quella di Donato Masciandaro, Ordinario di Economia Politica della Bocconi, esperto di regolamentazione finanziaria e di politica monetaria molto stimato in Banca d’Italia e in Bce ed editorialista di lunga data del Sole 24 Ore.
La nomina del nuovo presidente della Consob sarà un segnale molto importante anche per i mercati e per l’Unione europea. Scegliendo Minenna il Governo metterebbe a capo dell’Authority che vigila sulla Borsa un diirgente interno che non fa mistero delle sue posizioni euroscettiche, mentre, candidando Masciandaro, si sceglierebbe un accademico di provata esperienza e di sicura fede nella moneta unica. Senza dire che sulla nomina finale pende anche la firma del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che non ha mai nascosto il suo pieno sostegno all’euro.