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Consob avvisa il governo: “Attenti, il mercato siamo noi”

FIRSTonline

Attenzione, i mercati siamo noi. Senza lanciare proclami, ma con apprezzabile fermezza il neo presidente della Consob Mario Nava prova ad alzare una diga contro rimorse speculazioni che hanno investito la piazza finanziaria. “Il rispetto dell’indipendenza della Consob e il rispetto dei delicati meccanismi di mercato da parte di tutti gli operatori di mercato e di tutti i decisori politici è essenziale per la stabilità e la prosperità del Paese”, sillaba a conclusione del suo intervento al Consob day in Piazza Affari, 39 minuti esatti per restare entro i tempi della diretta tv. La regola sarà la “Vigilanza proattiva”, che mira ad anticipare e ad orientare la rotta con l’obiettivo di “rilanciare il mercato”. 

Compito non facile, specie in una situazione politica agitata, ove non sono finora mancate incursioni dei parlamentari (vedi le dichiarazioni in arrivo dalla Lega sulle banche, Monte Paschi in testa), già all’attenzione degli uffici competenti (lascia intendere il presidente in risposta ad una domanda) o, ben più grave, le turbative cui è stato esposto il mercato obbligazionario contro cui Consob, per ora, può fare ben poco. “Le posizioni ribassiste – spiega il presidente – sono monitorate ogni sera. Ma la soglia di intervento per i titoli di Stato è fissata allo 0,5%, ovvero intorno ai 50 miliardi di euro, un livello che non è mai stato toccato nemmeno nel 2011. “Un limite che abbiamo già segnalato all’Esma”. 

Ma la sua non sarà, sottolinea Nava, una presidenza notarile o di semplice difesa della lettera delle norme. Al contrario, l’economista matematico in arrivo da Bruxelles promette “un’azione di rilancio del mercato e dell’Autorità”. In questa chiave va oltre il memorandum appena siglato con Banca d’Italia. “Ci tengo molto – spiega – partirà presto un comitato di consultazione di una trentina di esperti al massimo livello. Non escludo di farne parte io stesso, ma senz’altro ci sarà un commissario”. Così non si ripeteranno i problemi emersi dall’indagine parlamentare sulle banche.” La commissione Casini ha svolto egregiamente il compito di testare il sistema: avessimo scelto Egon Zehnder non avrebbe fatto di meglio. E sarebbe costata assai”. Certo, nella relazione Nava ha fatto cenno anche delle “criticità interne” emerse nell’attività della Commissione. “Ma il personale è di prim’ordine. Certo, ci sono motivi che hanno spinto per un cambiamento”.  Con il contributo di tutti: già domani verrò lanciata una ‘call for interest’ per l’istituzione di un Comitato di consultazione”: chiunque si può autocandidare (non esclusi i giornalisti) e la Commissione sceglierà una trentina di componenti.  

Anche a loro toccherà collaborare per la creazione di un mercato finanziario più adeguato ad un’economia avanzata, meno sbilanciato sul mercato del debito a vantaggio dell’equity per rimuovere lo storico gap del capitalismo italiano, povero di capitali di rischio. Ma per fare questo, oltre ad alcune mosse dettate dal buon senso ( la pubblicazione anche in inglese dei documenti rivolti agli investitori nei rapporti con le autorità di mercato) bisogna “riconquista la fiducia” dei risparmiatori. Ma attenzione: “La tutela pubblica del risparmio non può significare l’azzeramento del rischio di investimento. La regola numero 1 della finanza è ‘no risk, no return’. Se non c’è rischio, non ci può essere rendimento”. Un richiamo nnon rituale dopo l’ubriacatura di demagogia e le tentazioni di fare un passo indietro sul fornte delle Popolari e di Banca Monte Paschi. 

Insomma, dopo la presidenza politica di Giuseppe Vegas è l’ora dei “sei cantieri”, ovvero le sei “linee d’azione” destinate a snellire il funzionamento del mercato italiano vuoi sul lato della domanda che su quello dell’offerta, con un occhio attento ad agevolare l’arrivo degli investitori internazionali e a collaborare ai non pochi enti che si offrono di favorire l’alfabetizzazione finanziaria degli italiani. Partita non facile, vista l’ampia e massiccia dose di demagogia sul tema delle banche che ha accompagnato la campagna elettorale. Ma necessaria. Nava, già responsabile dei dossier finanziari di Bruxelles (ivi compreso l’elaborazione tecnica del bail in) è chiamato a collaborare a tener aperta la porta di comunicazione della finanza italiana con l’Europa in una fase estremamente delicata, in cui si rischia di pagare il peso di tentazioni autarchiche, per giunta complicate dalla Brexit che inciderà sul futuro del London Stock Exchange, proprietario di Piazza Affari. E contro ogni tentazione sovranista il presidente chiude così: ‘Sono il presidente dell’Autorità responsabile del risparmio degli italiani e il risparmio è espresso in euro; non nutro alcun dubbio che l’euro sia solido come una roccia”.

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