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Consiglio Ue: Conte pronto al veto. Merkel: “Avanti con chi ci sta”

Imagoeconomica

L’attesa è finita. Alle 15 del 28 giugno è cominciato il Consiglio tra i 28 capi di Stato e di Governo dell’Unione Europea. Un vertice che si preannuncia duro, difficile, tutto in salita. E che nella serata di giovedì ha sfiorato il fallimento

 Il dossier più scottante, quello su migranti, si è cominciato ad affrontare la sera, durante e dopo la cena tra i leader.  Ed è proprio su questo tema che l’Italia ha intenzione di giocarsi il tutto per tutto. In serata inoltrata, il primo colpo di scena: l’Italia non firmerà le conclusioni della prima parte del vertice europeo, ma chiede un voto sull’intero documento – diviso in più parti – compresa quindi la parte sui migranti in discussione nella seconda parte del vertice Ue.”O si discute l’insieme del pacchetto presentato dall’Italia, oppure non si apre la trattativa”, è la posizione della delegazione italiana. Se perciò il premier Conte eserciterà il veto, bloccherà tutto.

La conferenza stampa di Juncker e Tusk, prevista al termine della prima parte del Consiglio europeo, è stata così cancellata perché “uno Stato membro ha messo la riserva sull’intero progetto di conclusioni”, quindi “non c’è stato accordo sulle conclusioni”, ha fatto sapere il portavoce del presidente del Consiglio europeo Donald Tusk precisando che l’incontro con la stampa si terrà venerdì al termine della seconda giornata del vertice.  Ma vediamo come si è articolata la giornata.

 

INCONTRO MERKEL – CONTE

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, continua a percorrere la strada delle riunioni bilaterali. Dopo l’incontro segreto di lunedì a Roma con il Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, il Premier italiano è impegnato in un mini-vertice con Angela Merkel. In questo frangente la cancelliera tedesca ha un compito arduo: da un lato cercherà di trovare una soluzione condivisa a livello europeo, provando a spingere sul tema caro alla Germania dei movimenti secondari e parallelamente a contenere le “intemperanze” italiane, dall’altro dovrà trovare il modo di stemperare le tensioni interne al suo Governo. Proprio sui flussi migratori che arrivano a Berlino dai Paesi di primo ingresso – come l’Italia -, il ministro “falco” Horst Seehofer minaccia di far saltare la Grande Coalizione tedesca.

CONSIGLIO UE: LE PAROLE DI CONTE

“È una possibilità che non voglio considerare, ma se dovessimo arrivare a questo sicuramente per parte mia non arriveremo a conclusioni condivise”. Questo quanto affermato dal Premier Conte rispondendo a una domanda sulla possibilità che l’Italia ponga il veto sul dossier migranti al Consiglio Ue.

“Se questa volta non dovessimo trovare disponibilità da parte degli altri Paesi europei – ha proseguito il Presidente del Consiglio – potremmo chiudere questo Consiglio senza approvare conclusioni condivise” sui migranti.

L’Italia si presenta dunque a Bruxelles con la volontà di rifiutare “qualsiasi compromesso al ribasso”. “Oggi capiremo se davvero l’Europa vuole gestire in maniera solidale il fenomeno migratorio”.

Come anticipato dal Premier alla Camera, l’Italia arriva a questo vertice con un piano suddiviso per punti. Al centro di tutto c’è la riforma del trattato di Dublino. “Oggi toccheremo con mano se la solidarietà europea esiste o meno. Se dalle parole si vuole passare ai fatti. Questo Consiglio europeo oggi potrà essere uno spartiacque tra un prima e un dopo nell’approccio al fenomeno migratorio. Arriviamo a questo Consiglio europeo con proposte ragionevoli e in linea con lo spirito e i principi europei”, ha dichiarato ancora Conte.

GLI ALTRI LEADER

Punta tutto su una soluzione condivisa anche il presidente francese Emmanuel Macron, secondo cui, sulla questione migranti “l’alternativa è semplice: vogliamo soluzioni nazionali o soluzioni europee di cooperazione? Io difendo soluzioni europee”.

Più cauta invece Merkel: “Non possiamo lasciare soli i Paesi in cui si verifica la maggior parte degli arrivi. Questo è il nodo centrale del regolamento di Dublino III. Fino a quando su tutto questo non ci sarà un consenso a 28, andremo avanti con una coalizione dei volonterosi”.

La cancelliera tedesca però sui movimenti secondari non arretra di un millimetro e dopo aver ricevuto da Spagna e Francia la disponibilità a collaborare, cercherà di allargare il più possibile l’intesa. Nella partita è entrata anche la Grecia. Il Premier greco, Alexis Tsipras ha infatti dichiarato al Financial Times di essere disponibile e anche l’Italia potrebbe decidere di starci, a condizione di avere come contropartita risposte concrete in relazione alla responsabilità sugli sbarchi.

Aggiornato alle 20:51 di giovedì 28 giugno

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Categories: Politica