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CONSIGLIO DEI MINISTRI – Piano da 12 miliardi per la banda ultralarga, rinvio per la scuola

Il Consiglio dei ministri ha approvato la strategia per il decollo della banda ultralarga nelle tlc e per la crescita digitale dell’Italia con un piano di 12 miliardi in 7 anni, di cui 6 subito che verranno resi operativi da prossimi decreti – Rinvio invece per la scuola ma “le assunzioni non slitteranno”: 5 per mille e detrazioni per le paritarie

CONSIGLIO DEI MINISTRI – Piano da 12 miliardi per la banda ultralarga, rinvio per la scuola

La strategia per la rivoluzione digitale dell’Italia c’è, i decreti seguiranno. Rinvio invece per la scuola anche se “le assunzioni degli insegnanti non slitteranno”. E’ questo in sintesi il risultato del Consiglio dei ministri di ieri sera.

BANDA ULTRALARGA

Il Governo Renzi ha approvato ieri due documenti politici che fissano le linee strategiche della rivoluzione digitale che il premier vuole avviare in Italia. Si tratta di un piano da 12 miliardi di euro in sette anni, di cui 6 tratti dal bilancio dello Stato e il resto dal piano Juncker e dai fondi europei, che ha l’obiettivo di superare l’Agenda digitale europea dotando il Paese di un’infrastruttura di rete che porti la fibra il più possibile vicino alle case degli italiani e velocizzi la connessione a Internet.

In una prossima riunione verranno approvati i decreti che renderanno operativo il piano e ne fisseranno le modalità. Ma saranno “gli operatori a scegliere la tecnologia più efficiente”. E in quell’occasione si riaprirà anche il discorso sul futuro della rete e sulla possibilità di una convergenza Stato-privati, come ha esplicitamente proposto proprio ieri l’ad di Vodafone, Aldo Bisio. E’ possibile che la Cdp abbia un ruolo guida, ma senza dirigismi nè statalismi.

RINVIO PER LA SCUOLA

E’ stato invece rinviato di una settimana il disegno di legge sulla riforma della scuola, anche se il premier Matteo Renzi ha subito tenuto a precisare che non ci saranno slittamenti per le assunzioni straordinarie degli insegnanti, da 100 mila a 150 mila, in vista del prossimo anno scolastico con la conseguente eliminazione del precariato.

Il disegno di legge prevede anche un sistema retributivo dei docenti più legato al merito e alla valutazione del loro operato che agli scatti di anzianità. Per le scuole paritarie è previsto l’utilizzo del 5 per mille oltre ad adeguate agevolazioni fiscali.

La cronaca della giornata non aveva risparmiato qualche colpo di scena nonostante che brogliacci e bozze del decreto legge già circolassero presso gli addetti ai lavori. Abbandonata, la strada della decretazione d’urgenza, anche l’esame del disegno di legge si è sdoppiato in due momenti – linee guida oggi e licenziamento del testo definitivo tra sette giorni – prima di approdare al Parlamento.

Parlamento da cui però, il Presidente del Consiglio afferma, con la consueta coloritura del suo lessico, di aspettarsi che “possa legiferare in un arco di tempo sufficiente a un confronto serrato e sereno di tutte le questioni, ma non biblico”. La palla è così lanciata al Parlamento che ora dovrà assumersi le sue responsabilità. È necessario che l’immissione in ruolo di chi si trova nelle cosiddette graduatorie ad esaurimento non sia ostacolata. Né si può evocare l’alibi della mancanza di copertura economica “perché – ha detto Renzi – i soldi ci sono: un miliardo subito che diventeranno tre nel 2016”. 

Ma se la stabilizzazione dei precari costituisce un punto nodale per il futuro della scuola, anche gli altri aspetti che agiscono strategicamente per un suo reale miglioramento e sono i cardini della riforma che è toccato poi al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini presentare. “Abbiamo un obiettivo molto preciso che è quello di dare attuazione reale a un concetto rimasto congelato per 15 anni che è quello dell’autonomia scolastica”, ha detto la Giannini, aggiungendo che “per cambiare la scuola bisogna partire da un progetto educativo, potenziando l’innovazione e l’alternanza scuola lavoro”.

Un ruolo decisivo è da assegnare soprattutto alla riforma della carriera degli insegnanti. “Si passa a un sistema di valutazione degli insegnanti innovativo e rivoluzionario per il Paese che finora ha visto la progressione di carriera legata solo all’anzianità”, ha detto il ministro Giannini confermando che il 70% degli scatti sarà legato al merito. Nel disegno di legge finirà anche la riforma della scuola per l’infanzia, con un ciclo unico 0-6 anni.

Infine il Ministro ha voluto fare un accenno al nodo emerso nelle ultime ore degli sgravi per le scuole private, tema destinato a non restare certo in secondo piano. “Ci sono delle misure fiscali, sulle quali dobbiamo prendere una decisione, che sono molto interessanti e innovative – ha detto -. In particolare la detrazione per le famiglie di alunni di scuole paritarie”. 

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