È partito il conto alla rovescia per il Congresso nazionale della Cgil. Dal 15 al 18 marzo si svolgerà a Rimini il XIX Congresso della Cgil, che non è solo il più importante sindacato, ma anche – e soprattutto con i tempi che corrono – l’associazione con il maggior numero di iscritti. Titolo scelto per questa diciannovesima assise è “Il lavoro crea il futuro”. Oltre al segretario Maurizio Landini, che parlerà durante la prima giornata, presenti altri ospiti illustri del mondo politico e istituzionale: il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, i segretari di Cisl e Uil, il segretario dell’Anpi, i principali leader di partito del centrosinistra, tra cui la nuova segretaria del Pd, Elly Schlein il presidente della Cei ma soprattutto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Questa volta al Congresso della Cgil ci sarà davvero il pienone, con un calendario di interventi molto intenso.
Il Congresso della Cgil scioglierà le ambiguità sull’Ucraina?
Che tipo di congresso sarà il XIX Congresso della Cgil? Dal programma dei lavori e dagli ospiti invitati, la discussione sembra più finalizzata a presentare e sostenere la linea della Cgil che non ad affrontare un vero dibattito. Forse, proprio per la lunga preparazione nei congressi su base locale, la discussione assembleare sarà relegata a 5 ore in tutto in quattro giorni. Il resto del tempo sarà per gli ospiti tra i quali la ministra spagnola Yolanda Diaz portatrice della riforma del mercato del lavoro e della disciplina restrittiva varata dal governo Sanchez sui contratti a termine. Parlerà anche della riforma dei licenziamenti individuali che consente in Spagna di ricorrere più facilmente ai contratti a tempo indeterminato? Difficile dirlo. Una certa ambiguità sulla posizione nella guerra Russia-Ucraina traspare infine anche nella scelta di invitare Gianfranco Pagliarulo, presidente Anpi, schieratosi con Putin, ma di non riservare alcuno spazio alla resistenza ucraina.
Ma vediamo il calendario del Congresso nazionale della Cgil.
Il calendario del Congresso nazionale della Cgil
Secondo il calendario della Cgil, mercoledì 15 marzo si apre il Congresso con Gianfranco Pagliarulo, presidente Anpi; Esther Lynch, segretaria generale Ces; Luigi Sbarra e PierPaolo Bombardieri, segretari generali di Cisl e Uil; Antonio Lisboa, vicepresidente Csi; Oliver Ropke, presidente gruppo lavoratori Cese; Gilbert F. Houngbo, direttore generale Oil; Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte costituzionale; don Luigi Ciotti, presidente di Libera.
Giovedì 16 marzo, invece, sarà la volta dei leader delle forze di opposizione che, dopo l’elezione di Elly Schlein alla guida del Partito democratico, è più vicina alla Cgil e al tradizionale legame tra Pd e sindacato: Schlein (Pd), Giuseppe Conte (M5S), Carlo Calenda (Azione), Nicola Fratoianni (Sinistra italiana) e lo stesso Landini parteciperanno a una tavola rotonda. Le conclusioni e la votazione sul documento finale sono previste per Sabato 18.
Giorgia Meloni al Congresso della Cgil: appuntamento venerdì 17
Nella giornata di venerdì 17 i riflettori saranno puntati sulla premier che parlerà alle ore 12, il cui gruppo dirigente sembra aver gradito la sua scelta. “Segno di rispetto e riconoscimento del ruolo di una organizzazione che rappresenta milioni di persone”, ha detto Landini presentando il Congresso alla stampa ed ha aggiunto l’augurio, “che si determini quello che finora non si è realizzato: le riforme annunciate devono essere oggetto di confronto e negoziazione”. A partire dalla riforma fiscale che “è lontana dalla proposta che abbiamo avanzato da quattro anni come Cgil, Cisl, Uil”, ha spiegato il segretario lamentando “l’assenza di un confronto anche sulle pensioni”. Sarà una bella sfida: se dalla premier otterrà l’apertura di una trattativa, Landini lo rivendicherà come un successo. Altrimenti chiamerà lo sciopero generale. Ma Giorgia Meloni, evidentemente, non vuole lasciare troppa corda alla sinistra, soprattutto davanti a una platea di quasi mille delegati in rappresentanza di 5,2 milioni di iscritti, metà lavoratori e metà pensionati.
Venerdì a ridosso dell’intervento di Meloni scenderanno in campo anche Andrea Riccardi, fondatore Comunità di Sant’Egidio, Linda Laura Sabbadini, direttrice ISTAT e Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei).
Perché è importante la presenza di Giorgia Meloni?
Il fatto che la premier Giorgia Meloni abbia accettato di partecipare al congresso della Cgil è importante non solo perché parlerà la premier di un governo di centrodestra al congresso del sindacato storico della sinistra italiana. Ma anche perché dopo quasi 30 anni, un presidente del Consiglio italiano, torna sul palco del congresso nazionale della Cgil: nei 18 congressi celebrati dal sindacato rosso nella sua storia solo tre premier sono intervenuti: Giovanni Spadolini (1981), Bettino Craxi (1986) e Romano Prodi (1996). Nel 2010 l’allora capo del governo Silvio Berlusconi mandò il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta, mentre Matteo Renzi (nel 2014) e Giuseppe Conte (nel 2019) declinarono l’invito.
Largo spazio ai temi internazionali
Grande spazio sarà dato anche ai temi internazionali. Arriveranno a Rimini 120 ospiti stranieri provenienti da oltre 50 Paesi. Il Congresso ascolterà anche la testimonianza di una donna iraniana, mentre non si hanno ancora notizie di uno spazio dedicato alla resistenza ucraina. Un posto d’onore sarà riservato al ministro del Lavoro spagnolo, Yolanda Diaz, protagonista della grande fase riformistica in corso nel suo Paese, che da mesi viene citata come la via d’uscita da quella che viene definita, dalla sinistra politica e sindacale, la “precarietà dilagante”.
Il congresso si chiuderà sabato 18 marzo quando saranno contati i voti della rielezione di Landini per il secondo mandato da segretario.