NEL 2012 PIL +0,2%
La crescita del Pil italiano sarà debole nel 2011 (+0,7%), ma è destinata a crollare ulteriormente nel 2012, arrivando a un livello molto prossimo alla stagnazione (+0,2%). Queste le previsioni del Centro studi di Confindustria, che ha tagliato le stime rispetto a giugno, quando aveva calcolato un +0,9% per quest’anno e un +1,1% per il prossimo. Oggi sul futuro pesano “gli effetti di tre manovre per complessivi 38,4 miliardi”, inoltre bisogna tenere conto del “cambiamento del quadro internazionale”.
MARCEGAGLIA PROPONE “UN PATTO SOCIALE”
Per queste ragioni la presidente Emma Marcegaglia, dopo aver assicurato ancora una volta di “non voler assolutamente entrare in politica”, ha lanciato la proposta di “un patto sociale”, sottolineando che “il problema non è dire no alla patrimoniale, all’aumento dell’Iva o alla riforma delle pensioni. Dobbiamo prendere decisioni chiare tutti insieme. Il tempo ormai è scaduto. Bisogna mettersi a fare cose non piccole, non spot per accontentare un pezzo dell’elettorato, ma un grande disegno organico da fare nei prossimi giorni e nei prossimi mesi, altrimenti il governo si prenderà una responsabilità gravissima”.
SERVE UNA “TERAPIA D’URTO”
Per guarire dal “mal di lenta crescita”, gli industriali consigliano una “terapia d’urto – si legge nel rapporto del Csc – uno short sharp shock: agendo contemporaneamente su un insieme di fronti, infatti, il Pil può aumentare di decine di punti percentuali in un arco di tempo ragionevole”. Per il Centro studi “la cura drastica, di cui il risanamento dei conti è parte necessaria ma non sufficiente, verrà condivisa e diventerà pienamente efficace se chi ha l’onore di rappresentare il popolo italiano saprà per primo rinunciare a posizioni di rendita e privilegi”.
NEL 2012 IL PIL POTREBBE ARRIVARE A +1,5%
Ma senza viaggiare troppo in là con la fantasia, la situazione potrebbe migliorare quasi subito. Se il Governo varerà un piano d’interventi a favore dello sviluppo, il Pil nel 2012 potrebbe salire all’1,5%, per arrivare al +2,5% nel 2013. Quindi “il dilemma tra rigore di bilancio e sviluppo è falso. E lo è ancora di più per l’Italia, che proprio a causa della mancata crescita si è presentata all’impatto della crisi con conti pubblici già in disordine, senza munizioni per alleviare costi economici e sociali della recessione e uscirne prima e meglio”.
ROMANI: GOVERNO GIA’ AL LAVORO PER UN DECRETO SULLA CRESCITA
Da parte sua, il Governo ha assicurato di essersi già messo al lavoro per mettere a punto un provvedimento per la crescita, molto probabilmente un decreto legge. La rassicurazione arriva dal ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani, che ha preso parte all’incontro di stamane alla Camera fra Esecutivo, Abi e Confindustria.
Secondo Confindustria, inoltre, le misure fin qui varate dall’Esecutivo sono “pienamente efficaci” solo sul fronte dei conti pubblici, dove produrranno “un risultato molto significativo”. La situazione attuale, tuttavia, porterà le famiglie ad “abbassare ulteriormente la già notevolmente intaccata capacità di risparmio”, abbassando il reddito disponibile in termini reali dello 0,8% nel 2011 e dell’1,1% nel 2012.
NEL 2012 PRESSIONE FISCALE RECORD AL 44,1%
Un freno significativo alla ripresa italiana è costitutito poi dalla pressione fiscale, che quest’anno, anche grazie alla manovra bis, secondo gli industriali raggiungerà il 42,8%. Ma anche su questo fronte il vero dramma arriverà nel 2012, quando sarà toccata la quota record del 44,1% (ad oggi il massimo storico è quello del 43,7% toccato nel 1997 con l’eurotassa).
INFLAZIONE CALERA’ AL 2% L’ANNO PROSSIMO
Notizie più confortanti arriveranno dall’inflazione, che scenderà dal 2,7% del 2011 al 2% nel 2012. “La dinamica tendenziale dei prezzi al consumo – spiega il Csc – scenderà in misura marcata” per la “frenata dei prezzi dei beni energetici e per le ricadute della stagnazione dell’economia”. In ogni caso, il potere d’acquisto “non può essere aumentato in assenza di sgnificativi guadagni di produttività”.
MA CALA ANCHE IL REDDITO PRO CAPITE
Sul versante del lavoro, il 2012 si chiuderà con 729mila posti di lavoro in meno rispetto al 2007, per un tasso di disoccupazione pari all’8,3%. Quanto al Pil pro capite, “sarà l’anno prossimo del 6,9%, inferiore a quanto era nel 2007 e ai livelli del 1999. In termini relativi, rispetto alla media europea, il reddito degli italiani passa dal 107% nel 1996 al 93% nel 2012”.